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A chi giova il dualismo Benitez-Sarri? Di certo non al Napoli e, quindi, ai suoi tifosi

Ieri Mazzarri contro Benitez. Oggi Benitez contro Sarri. Domani sarà Sarri contro mister X.

Nel calcio c’è chi sposa la filosofia de “io l’avevo detto” che trova l’estremizzazione talvolta ridicola, sicuramente non vincente, con i paladini mazzarriani, beniteziani e sarriani. Mazzarri, Benitez, Sarri sono tre allenatori che in comune hanno l’integralismo tattico, i minuti precisi delle sostituzioni, l’essere restii ad adattare il modulo della squadra alle situazioni della gara. Tutti e tre a modo loro hanno saputo fare del Napoli una squadra competitiva. Chi non la pensa così si faccia avanti e dimostri il contrario.

Per trofei vinti Benitez è il terzo allenatore della storia del Napoli, anche se è più facile ricordare il rendimento della squadra nella seconda stagione, piuttosto che il figurone in Champions League, la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana vinte, la semifinale europea raggiunta dopo 24 anni, la forza della rosa attuale rappresentata da Reina, Callejon, Higuain, Albiol, Mertens, Ghoulam, Koulibaly, calciatori venuti a Napoli grazie a Benitez.

Il presente (ma speriamo anche il futuro) si chiama Sarri. Grazie a lui i big del Napoli hanno accantonato ogni velleità di trasferimento, hanno ritrovato gli stimoli giusti e hanno formato un gruppo solido. Sarri pur non avendo l’esperienza internazionale di Benitez quest’anno proprio in Europa ha stabilito una serie di record incredibili, così come rischia di stabilirli anche in Italia. Con Sarri il Napoli ha giocato il miglior calcio d’Italia rivalutando contemporaneamente quei calciatori che, dopo la “strana” stagione precedente (non per colpa di Benitez) avevano perso parte del loro valore. Soprattutto il Napoli è tornato a contendere lo scudetto alla Juventus ed è andato oltre quel quinto (massimo quarto) posto pronosticato da TUTTI a inizio stagione.

Sarri è accusato del calo atletico della squadra (eppure contro la Roma la squadra scoppiata non è sembrata proprio il Napoli) perché ha puntato sempre sugli stessi calciatori. Però contemporaneamente si accusa De Laurentiis per la rosa limitata per qualità, detta volgarmente la “coperta corta”. Dov’è la verità e, soprattutto, la coerenza?

Pur di avere l’esclusiva su “io l’avevo detto”, addirittura c’è chi ha sperato nel male del Napoli. Tanto in caso di vittoria la carrozza di Cenerentola si sarebbe trasformata come d’incanto nel carrozzone che portò Lucignolo e Pinocchio al paese dei balocchi. In mezzo a quella folla chi si sarebbe mai accorto della presenza dei filosofi perdenti de “io l’avevo detto”?.

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