Napoli

Calzona: Il sogno realizzato, il futuro, De Laurentiis, la Slovacchia e i calciatori presenti e passati.

Calzona tra sogni realizzati e futuri. Il rapporto con il presidente e i giocatori più forti dell’era De Laurentiis.

L’allenatore del Napoli ha rilasciato una lunga intervista a DAZN nella quale parla del suo passato e del presente:

Esordio col Barcellona?


In quei giorni sono successe così tante cose, fino a quando non ho stretto la mano a Xavi non mi ero reso conto della partita da affrontare. E’ stata una grande emozione esordire col Barcellona.

Vittoria con la Juve?


La soddisfazione principale è far felici i tifosi, almeno per una sera. A me interessavano i punti, ma mi ha dato soddisfazione per i tifosi, so la rivalità che c’è con la Juventus ed anche amici juventini ora vengono a vedere il Napoli e tifano per il Napoli. Un amico tifoso juventino mi ha atteso a fine partita e piangeva dalla gioia per me.

Aneddoto con ADL?

Lo sentii durante il viaggio verso Napoli, è un fiume in piena, si comporta benissimo con me, è gentile e mai invadente, sono felice del rapporto che ho con lui. Napoli? Io il Napoli lo guardavo da piccolo, venivamo in treno da minorenni con gli amici. Il mio idolo era Palanca, fu acquistato poi dal Napoli, ora allenare il Napoli è un orgoglio. E’ la terza volta che torno, non mi stanco mai, mi sento in debito con la città. Non viviamo un periodo bellissimo, ma quando cammini per strada tutti ti incoraggiano con una pacca sulla spalla e non succede ovunque.

Osimhen-Kvara?

Madre natura gli ha dato qualità sopra la media, gli sto addosso per fargli capire che il calcio è anche altro, ma sono fantastici, è un piacere allenarli per qualità tecniche e fisiche. Possono vincere il Pallone d’oro? Per me sì, possono migliorare ancora tanto, qualcosa gli manca ma sta a loro”.

Lobotka cos’ha di speciale?

“Ha un’intelligenza unica, in campo e fuori. In campo non c’è bisogno di ripetere l’esercitazione, lui capisce già alla prima volta, è un professionista serio, arriva alle 8 al centro e va via ultimo”.

Di Lorenzo?

“E’ uno dei terzini più forti d’Europa, abbina semplicità nei rapporti e qualità umane uniche, a me piacciono quelli che parlano poco come lui, quasi timido quando gli parli, è stato il capitano di uno Scudetto storico. Quest’anno come tutti ha subito un anno travagliato, ma 4-5 mesi non al meglio non cancellano il suo attaccamento e le sue qualità”.

Quali obiettivi agli Europei?

L’obiettivo l’abbiamo già raggiunto, non siamo una nazionale che può pensare di arrivare chissà dove, ma vogliamo passare il turno e poi avremo un’altra possibilità a quel punto. Ma se non dovesse essere così, non sarebbe un fallimento, la Slovacchia è un piccolo paese, non ha un bacino enorme di calciatori, quasi tutti all’estero, già la qualificazione è importantissima. Playstation? Io chiedo professionalità, poi sono liberidi passare il tempo libero come credono”.

Giovani allenatori?

“Senza andare tanto fuori, a me piace molto Thiago Motta, la sua squadra ha un’identità chiara, si vede che hanno idee ben precise, sono giovani, mi piace molto quando c’è un’identità chiara in casa e fuori”.

De Rossi?

“Non lo conosco, dicono fosse già un allenatore da giocare, sta dimostrando che è vero, sta facendo grandi cose alla Roma, hanno tante competizioni e stanno facendo tanti punti, posso dirgli solo bravo”.

5 giocatori più forti dell’era ADL?

Cavani, Lavezzi, Hamsik, Higuain, Insigne, Mertens, Callejon. Hamsik è eleganza, bellezza, avrei pagato 50 euro per ogni allenamento perchè era bello vederlo, calcia con entrambi i piedi, elegante nella corsa, poi siamo amici e amo il suo carattere, comunica senza parlare e mi piacciono le persone così”.

Il sogno più grande? “Uno l’ho già realizzato: era allenare il Napoli, non chiedo altro che continuare a fare il mio lavoro e la salute.

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