Scuola di Giornalismo Sportivo

Da Totti a Gerrard: storie di bandiere ammainate

Arcangelo Sollo, partecipante al corso organizzato da 100x100Napoli, ha analizzato la storia e la carriera delle bandiere di Liverpool e Roma.

“O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo”. La celebre frase, pronunciata da Harvey Dent, alias Due Facce (uno dei più celebri nemici di Batman), descrive perfettamente la storia di alcune celebri bandiere calcistiche, che hanno chiuso in maniera burrascosa la storia d’amore con i rispettivi club.
Ultimo, in ordine cronologico, è il caso di Francesco Totti: lo storico capitano giallorosso, in una lunga intervista rilasciata al Tg1 alla vigilia del match contro il Palermo, lancia frecciatine a Spalletti e alla proprietà americana, chiedendo rispetto e chiarezza, a causa dello scarso impiego e dell’incertezza relativa al rinnovo contrattuale.
Il tecnico toscano non ci sta, e il giorno seguente lo allontana dal ritiro, costringendolo a seguire 
l’incontro dalla tribuna.
La vicenda non si è ancora risolta, e il futuro del Pupone è ancora avvolto nel mistero, ma sembra che la società non abbia la minima intenzione di rinnovare il contratto al giocatore più rappresentativo della storia del club capitolino.
Ma c’è ancora tempo per risanare questo strappo, soprattutto perché una storia d’amore così intensa come quella tra Totti, la città, la squadra e i tifosi non può e non deve finire in questo modo. Ma Francesco non è né il primo né l’ultimo nella
 lista delle bandiere ammainate. Impossibile non citare Alex Del Piero: capitano e bandiera della Juventus per anni, Pinturicchio nell’ottobre 2011, fu praticamente liquidato dal presidente Andrea Agnelli, che affermò che quella sarebbe stata l’ultima stagione di Alex in bianconero.
Nel Maggio 2012, nella sfida casalinga contro l’Atalanta, Del Piero saluta i suoi tifosi con un destro all’angolino, e un giro di campo, durante il quale viene osannato da tutti i presenti, visibilmente commossi.
Un altro caso di bandiera che ha chiuso in maniera burrascosa è quello di Paolo Maldini: nel maggio 2009, il figlio di Cesare gioca la sua ultima partita casalinga contro la Roma, e a fine partita viene applaudito dai supporters giallorossi e rossoneri. Ma non dalla curva sud milanista, con la quale il capitano aveva avuto parecchi attriti, che gli riserva una bordata di fischi.
Se allarghiamo il discorso anche all’estero, troviamo parecchie altre bandiere abbandonate dai club a cui hanno dato tutto. Ultima in ordine cronologico, è la vicenda di Iker Casillas; il portierone spagnolo, che con il Real ha vinto tutto, inizia ad essere messo in discussione da Josè Mourinho, che gli preferisce Diego Lopez
.
Anche con Ancelotti la musica non cambia, e dopo numerosi dissidi con il presidente Perez, Iker decide di fare le valigie e si accasa al Porto, salutando, in lacrime, la squadra dov’è cresciuto e si è affermato. Sempre in casa Real, un’altra bandiera maltrattata: Raul Gonzalez Blanco.
Centravanti fenomenale, che ha frantumato record su record, viene praticamente costretto ad andar via da Josè Mourinho, che non lo reputa parte del suo progetto. Raul non ci sta e si trasferisce allo Schalke 04, dove, ovviamente, continua a segnare. 
Infine, come non citare Steven Gerrard. Centrocampista meraviglioso, condottiero della straordinaria cavalcata del Liverpool in Champions League nel 2005, culminata con la vittoria in rimonta sul Milan, Steven viene scelto dai Reds all’età di 8 anni, e da allora non li ha mai abbandonati, infischiandosene delle offerte del Manchester United, del Real Madrid e, soprattutto, del Chelsea, dove vi era Mourinho (sempre lui) che avrebbe fatto carte false per averlo. Ma come detto, Steven è sempre rimasto fedele ai Rossi del Merseyside.
Fino all’anno scorso, quando la società decide di non rinnovare il contratto alla sua eterna bandiera. Steven, ormai 35enne, sceglie così di andare a giocare in America, a Los Angeles, e saluta i suoi meravigliosi tifosi, in una commovente cerimonia, tenutasi in un Anfield gremito. Da Totti a Gerrard, storie di capitani coraggiosi, e poi abbandonati…

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