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Diawara, l’ag.: “Non era più tranquillo, il Bologna ha scatenato un’asta”

Il procuratore di Amadou Diawara svela alcuni retroscena legati alla turbolenta estate vissuta dal suo assistito

Queste le parole di Daniele Piraino:

Avvocato, sono passati venti giorni dal trasferimento di Amadou Diawara al Napoli: ripensandoci ora, tutto questo caos non si poteva evitare? «Parliamo di una situazione complicata e molto delicata per tutti, ma non di un piano preordinato o premeditato, come ho letto più volte. Per mille motivi si è arrivati ad un punto di completo scollegamento tra il club e il giocatore, quindi abbiamo optato per questo tipo di atteggiamento. Quello che conta è il risultato finale: il Bologna ha realizzato una plusvalenza enorme e il ragazzo è andato a giocare in una squadra di vertice. Tutto ciò che nel frattempo si è scatenato attorno a Diawara è il classico gioco delle parti, il Bologna ha tutelato i suoi interessi e io quelli del mio assistito».

Tutelare gli interessi di un ragazzo di 19 anni significa arrivare persino a farlo odiare da un’intera tifoseria che fino a quel momento lo aveva sempre amato e protetto? «Ci sono persone che conoscono le vera realtà dei fatti, che non è quella raccontata sui giornali. Se entriamo nel merito della nostra scelta inneschiamo altre polemiche e non ne usciamo più, basta dire che a Diawara è stato offerto un rinnovo a determinate cifre quando c’erano giocatori che non vedevano mai il campo ma guadagnavano il doppio di lui. Lo avevamo evidenziato a gennaio, siamo andati avanti ad elemosinare fino ad aprile, poi abbiamo detto basta. Dal club arrivavano pressioni enormi, il ragazzo iniziava a perdere tranquillità e alla fine ha preferito allontanarsi da tutto e da tutti. Se adesso vengo odiato io non mi interessa, solo mi dispiace per lui, perché quasi nessuno ha capito che si era generato un clima in grado di minare la sua serenità. Evidentemente faceva più comodo vederci una strategia particolare o ancora peggio una regia di Tizio, Caio o Sempronio. Comunque ripeto, parliamo di un calciatore preso da Corvino a 500 mila euro e rivenduto per 14 milioni, Diawara non è mica andato al Napoli gratis…».

A fine giugno si fa avanti il Valencia e tutti i nodi vengono apertamente al pettine: il Bologna ha sempre parlato di un’offerta troppo bassa da parte degli spagnoli, lei cosa ci può dire a riguardo? «Io stesso ho presentato al Bologna un’offerta del Valencia da 13 milioni più 2 di bonus, e in risposta il club rossoblù ha chiesto 20 milioni trattabili a 18 più 2 di bonus. Il chiaro intento fin dall’inizio era quello di scatenare un’asta, e ci può stare, ma ho sempre fatto presente che non era esattamente la situazione ideale per agire in quel modo, perché il ragazzo era già molto irrequieto».

Oltre ovviamente al Napoli, si è parlato tanto anche della Roma: quali offerte per Diawara sono realmente arrivate a Casteldebole? «La situazione più concreta era proprio quella con la Roma, legata però alla cessione di Paredes, poi negli ultimi giorni di mercato si è mosso seriamente anche il Milan, ma per Amadou il Napoli ha sempre rappresentato la prima opzione. Anche l’Aston Villa ha avanzato un’offerta ma il ragazzo non l’ha mai presa in considerazione, non ci voleva andare».

Adesso il ragazzo come sta? «Amadou ora è tranquillo e sta benissimo, ha tanta voglia di giocare ma prima deve mettersi al pari dei suoi compagni a livello atletico».

C’è un messaggio o un pensiero di Amadou per Bologna che ha voglia di condividere con noi? «Amadou è assolutamente grato ai tifosi del Bologna per l’affetto ricevuto, e al club per l’enorme opportunità che gli è stata data. Ribadisco, il suo non è stato un gesto contro i tifosi o la piazza. Non era più tranquillo, ha voluto estraniarsi per sfuggire alla pressione, se poi si vuole interpretare la questione in modo diverso e usare Amadou come capro espiatorio non so cosa farci».

Però si metta nei panni di un tifoso rossoblù: umanamente, prima ancora che sul piano calcistico, è stata una brutta botta… «Io credo che la piazza dovrebbe essere riconoscente a Diawara per quello che dato con la maglia rossoblù, a Corvino per averlo portato sotto le Due Torri a quella cifra e a Fenucci per aver realizzato una plusvalenza incredibile. Trasferimenti del genere non si vedono tutti i giorni a Bologna, di recente ricordo solo la cessione al Southampton di Gaston Ramirez, scoperto da un altro straordinario uomo di calcio come il compianto Carmine Longo».

Qualche rimpianto o rifarebbe tutto allo stesso modo? «Amadou ha preferito allontanarsi quando ha capito che da più parti la sua storia veniva usata a proprio piacimento, ognuno per il suo scopo, magari ha sbagliato ma ha scelto così. Credetemi, non è stato bello tenerlo fuori un mese e mezzo, ma alla fine questa scelta ha dato i suoi frutti: il Bologna ha ottenuto la cifra che voleva e il ragazzo può mettersi alla prova in una squadra che gioca la Champions League. Possiamo continuare a parlare per ore e alzare mille polveroni, raccontando ognuno la propria versione, oppure possiamo fermarci ai dati oggettivi e ritenerci tutti soddisfatti».

 

Fonte: Zerocinquantuno.it

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