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A Dimaro per combattere violenze e mafie nel calcio

Ruotolo

Convegno tenutosi al Teatro comunale di Dimaro-Folgarida.

Si è tenuto questo pomeriggio, al Teatro comunale di Dimaro-Folgarida, il convegno “Dalla Tessera del tifoso alla Commissione antimafia”, mediato dal presidente del Club Napoli Bologna, Maurizio Criscitelli.

A prendere la parola è lo stesso Criscitelli, che presenta i suoi ospiti: il procuratore aggiunto della Dda di Napoli, Giuseppe Borelli, il segretario della Commissione antimafia, l’onorevole Marco Di Lello (che indaga sui rapporti tra criminalità organizzata e club calcistici), e i giornalisti Vittorio Zambardini, Guido Ruotolo e, soprattutto, il suo fratello gemello Sandro, una delle firme più autorevoli del giornalismo d’inchiesta sulle mafie.

Viene introdotto l’argomento Tessera del tifoso, introdotta dall’allora Ministro dell’interno Maroni con lo scopo di abbattere definitivamente il problema della violenza negli stadi. Ed effettivamente, come dimostrato da Guido Ruotolo, dall’introduzione di quest’ultima si è ridotta del 55% la percentuale degli incontri di calcio funestati da scontri (da 1114 a 506), dell’80% quella dei tifosi feriti e dell’80% anche quella dei membri delle forze dell’ordine feriti. Tuttavia, è anche vero che parecchi gruppi organizzati si sono rifiutati per anni di aderirvi.

Ruotolo spiega anche che a Torino, sponda juventina, il mantenimento dell’ordine pubblico sia reso possibile da un accordo tra la società bianconera e gli ultras, a cui viene chiesto di vendere biglietti per le partite, grazie ai quali hanno guadagnato, complessivamente 5 milioni di euro.

Interviene Vittorio Zambardini che racconta la sua esperienza personale al Santiago Bernabeu in occasione dell’ottavo di Champions League tra Real Madrid e Napoli: capitato in curva con i sostenitori spagnoli, era inizialmente spaventato dalla cosa, ma ha detto di essersi goduto la sfida in assoluta tranquillità. Il giornalista spiega, poi, che, a differenza del tifo italiano, i tifosi iberici vivono le partite in assoluta tranquillità, rispettando i posti assegnati, permettendo l’assenza di forze dell’ordine.

Anche Zambardini parla della tessera del tifoso, criticandola aspramente e affermando di preferire soluzioni più tecnologiche per risolvere i problemi di ordine pubblico. Inoltre, definisce come una soppressione della libertà, il non poter prendere parte ad alcune trasferte perché vietate: per il giornalista bisognerebbe essere puniti in caso di irregolarità, ma solo dopo averla commessa, mai prima.

Borrelli definisce addirittura aberrante la tessera del tifoso, proprio perché priva i tifosi della loro libertà. Dimostra anche, tramite un grafico, che, nonostante la riduzione percentuale dei feriti da stadio, in alcune annate diano stati toccati picchi altissimi di feriti (come nel 2010), quindi è da considerare un provvedimento fallimentare. Spiega, inoltre, come all’Amsterdam ArenA i singoli posti a sedere siano monitorati con telecamere, che permettono di mantenere l’ordine.

Di Lello introduce, invece, il tema delle infiltrazioni mafiose nei club: alcuni di questi permettono addirittura 4 cambi di nominativo sui biglietti, favorendo, dunque il bagarinaggio. Propone, dunque, una maggior comunicazione tra i club e la Digos e, visto che la Tessera non risolve a suo parere i problemi, anche il daspo come misura accessoria, per i reati non da stadio: in caso di condanne precedenti, non è possibile accedere agli stadi.

Sandro Ruotolo parla, invece, degli hooligans e di come siano stati sconfitti, ripulendo gli stadi. A suo parere, dopo il daspo, bisogna essere sottoposti a una prova per dimostrare di aver definitivamente superato i problemi, altrimenti il provvedimento è inutile. Per Ruotolo, dove c’è business, c’è criminalità, con lo scopo di ottenere i maggiori guadagni possibili. Egli propone un maggior controllo sociale e soprattutto l’abolizione delle scommesse, specie nelle serie minori, perché è da lì che la criminalità si insinua nel mondo del calcio, partendo da un grosso riciclaggio di denaro.

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