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Fischiare la nona sinfonia di Beethoven e non accorgersene

I fischi ad Higuain hanno fatto tanto male, e non solo al campione argentino

 

Inesorabili, assordanti anche se sporadici, sono venuti giù, feroci, i fischi del San Paolo per Gonzalo Higuain. Nella notte di Napoli – Cesena, al momento del suo ingresso in campo.

Ma si può fischiare uno come lui? Tutti l’avranno pensato almeno per un istante…  E così il brainstorming ha partorito una serie di pensieri a supporto dell’una o dell’altra tesi. Per prima cosa un calciatore del Napoli non si fischia a prescindere, ha esordito il pensiero del tifoso presente nell’emisfero destro, soprattutto non prima di vederlo giocare, ha aggiunto l’emisfero sinistro.  Eh si, avrà anche sbagliato nel doppio confronto col Dnipro, ma sentire fischiare un calciatore come lui, un monumento per questa squadra, fiore all’occhiello della Società ed icona del calcio italiano, insieme a pochi altri calciatori, è veramente un sacrilegio.

Ventiquattro gol lo scorso anno che sommati ai ventisette di quest’anno fanno cinquantuno, circa un quarto dei gol totali realizzati dalla squadra. Un gol ogni 165’ in Campionato, uno ogni 150’ in tutte le competizioni di questa stagione, il tutto condito da 11 assist stagionali. Insomma numeri da vero top player, il tutto condito da una classe infinita. Veder giocare Higuain ti riconcilia con il calcio, un bomber vero, il classico nueve ma con i piedi da dieci. Insomma, per dirla alla Benitez, tutto ci può stare ma i fischi ad Higuain sono forse un po’ esagerati, soprattutto perché il Napoli, senza di lui perde il 50% del suo valore. Partendo dal ragionamento che Higuain abbia delle inconfutabili colpe, è la figura di tutta la rosa e, di conseguenza, di De Laurentiis che lascia qualche spunto di riflessione.  Quagliarella, Lavezzi, Cavani, Mazzarri…  La storia si  ripete, tutti messi contro la piazza.

Ma siamo sicuri che i fischi siano soltanto per loro?

Articolo scritto da Francesco Capodanno.

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