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Il Crollo degli Azzurri pesa circa il 20% sul borsino del calciomercato

Il Torino del Presidente Cairo, con la cessione di Ciro Immobile per poco meno di 20 milioni alla vigilia del Mondiale, può tirare un sospiro di sollievo. Con il deludente mondiale della nazionale italiana, oggi come oggi, i tedeschi del Borussia Dortmund, avrebbero probabilmente tirato ancora di più sul prezzo, dopo la non esaltante figura del bomber di Torre Annunziata che, tra Manaus e Natal, ha giocato solo 89 minuti con zero occasioni da gol. 
Analizzando attentamente la situazione, dopo la spedizione brasiliana della nostra nazionale, a piangere, non sono solo i tifosi, ma, soprattutto, le società proprietarie dei deludenti azzurri, il cui valore, nell’arco di poche settimane, è crollato significativamente.

Se il presidente granata (insieme alla Juventus, comproprietaria del cartellino) ha preferito “vendere tutto e subito” Immobile, rischiando semmai sull’eventuale mancata plusvalenza che ne sarebbe derivata in caso di Mondiale-boom del Ciro d’Italia, per tutti gli altri azzurri il borsino del calciomercato determinerà, molto probabilmente una svalutazione secca (15-20%). Prima dei Mondiali per Balotelli, emblema n.1 del fallimento della nazionale, il Milan chiedeva 30 milioni: ma oggi ricavarne 20 sarà già un’impresa e lo stesso vale per quasi tutti i colleghi in azzurro di SuperMario.

Cairo è stato lungimirante con Immobile, ma ha tenuto duro con il suo gemello del gol, Alessio Cerci, per il quale chiedeva almeno 20 milioni dopo lo splendido campionato. Ed adesso, magari, si mangerà le mani. C’erano, si dice, la Roma, l’Inter e l’Everton sulle sue tracce ma, difficilmente, i compratori avanzeranno adesso offerte esagerate. E Lotito, che chiedeva la luna (base di partenza 35 milioni) per Candreva, appena riscattato per 15 dall’Udinese, cosa penserà del fatto di non aver accettato le proposte di Juve, Napoli e Psg? Ed i parmensi Parolo e Paletta, i milanisti De Sciglio e Abate, oppure gli impalpabili Thiago Motta, Cassano ed Insigne, adesso quanto valgono? Per Abate, buon amico di Ibrahimovic, si parlava della solita pista parigina, ma il Milan poco meno di un mese fa, valutava il suo terzino 8-9 mln, il doppio di quando oggi potrebbe realmente incassare. Stesso discorso per Gabriel Paletta, arrivato in azzurro dopo il brillante esordio contro la Spagna campione del Mondo, ma tra i più deludenti del Mondiale e col valore del cartellino ora in picchiata.

Approssimativamente, il valore di mercato degli azzurri prima del Mondiale era di poco superiore ai 320 milioni (si andava dai 4,5 milioni di Darmian ai 30 di Balotelli), in un ipotetico sesto posto dopo Spagna (750), Germania (620), Brasile (470), Argentina (460) e Francia (440), ma dopo il flop contro Costa Rica e Uruguay, è realistico ipotizzare una svalutazione di 50-60 milioni per l’intera rosa. Unici a salvarsi, probabilmente, sono i giovani Darmian e Verratti: il primo, l’unica vera sorpresa dell’Italia, che, prima del Mondiale, aveva una valutazione di appena 4,5 milioni e che dopo le convincenti prestazioni in azzurro, si è probabilmente triplicata. L’ex pescarese, invece, partiva già da una valore di mercato significativo (20 milioni) che il Mondiale brasiliano non ha intaccato, dimostrando che, è un talento vero e, che, chi non ha permesso il suo arrivo al Napoli perché non lo riteneva all’altezza, forse, adesso, finalmente, si sarà ricreduto.

Purtroppo, però, troppo tardi.

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