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Infantino: “Var abbatterà il 99% degli errori. Mercato? Saremo duri contro gli abusi”

Infantino

Il presidente della FIFA ha rilasciato delle dichiarazioni alla “Gazzetta della Sport”.

“Per poter capire dove e come andare avanti con il calcio è necessario rispettarne e valutarne il presente, ma anche tornare indietro per riscoprirne i valori che l’hanno portato ad essere lo sport più popolare al mondo. Perché il calcio, il vero calcio, è pieno di veri valori di cui ormai si parla troppo poco. Il calcio ha dato e dà colore alla nostra esistenza, ci ha fatto e ci fa sognare, ci insegna che una sconfitta sa essere una vittoria e viceversa. Ci insegna a soffrire, ci insegna a vivere rispettando. Rispettando i compagni, gli avversari e le regole. Il calcio non lo giocano e non lo amano solo i professionisti che sono (di fatto) solo una piccola parte della grande comunità calcistica. Il calcio è passione vera per milioni di fans in ogni parte del mondo. E da quando ricopro questo ruolo me ne rendo conto sempre più. Infatti, il football è di tutti e per tutti, ed è fantastico.
 
Il calcio continuerà ad avanzare; ed è così da sempre, o meglio, da quando il primo pallone ha iniziato a rotolare mosso da un calcio. Adesso però sta a noi, a tutti noi che amiamo questo sport straordinario, fare di tutto per proteggerlo e per farlo crescere e prosperare ancora di più. Nel mondo c’è tanto da fare, tanto da sviluppare. Dai tanti piccoli e talentuosi paesi, ai giganti come Usa, Cina o India, o ancora l’Africa, che aspettiamo da anni. Pensate poi anche al calcio femminile. Le donne sono la metà della popolazione sulla terra e noi abbiamo snobbato e lasciato da parte per anni il calcio femminile. Io personalmente non ho mai accettato il fatto che il calcio debba essere solo uno sport maschile. È un errore storico che stiamo correggendo da un po’ di tempo. E oggi ci sono già tantissime ragazze in più che giocano a calcio. Questo soprattutto grazie al lavoro dei moltissimi (e moltissime) appassionati in tutto il mondo che giorno dopo giorno si dedicano con amore allo sviluppo del calcio femminile. E anche grazie al Mondiale femminile che è ormai diventato un evento globale (a proposito, rendez-vous in Francia per il Mondiale 2019, mi raccomando!).
 
Il Mondiale maschile poi, con la bellissima coppa di Gazzaniga (e qui il prossimo appuntamento è per Russia 2018: sarà spettacolare!), come sapete, passerà da 32 a 48 squadre nel 2026. Si è giustamente discusso tanto sul nuovo formato e ci sono state anche delle critiche. Ma noi siamo convinti di aver fatto la cosa giusta per il calcio e per lo stesso torneo. Sarà un mondiale molto più sociale ed inclusivo, che darà la possibilità a tanti di poter sognare con la partecipazione all’evento sportivo più bello e più visto in assoluto. La qualità non si abbasserà perché giocano le nazionali e non le nazioni. Basti pensare agli ultimi Mondiali o agli ultimi Europei con gli esempi di Galles, Islanda o Costarica che ci fanno capire il miglioramento tangibile di tante cosiddette piccole. Il gioco che vedremo ai Mondiali del 2026 sarà più offensivo e attrattivo perché nei gruppi da tre devi scattare subito. Poi, una volta passato il girone, si va per eliminazione diretta fino alla finale e questo ci porterà emozioni indimenticabili. Sottolineo che tutto questo si farà nello stesso numero dei giorni (32) come oggi, con lo stesso numero di partite (7) per le finaliste, però con molta più gente felice.
 
Quello che invece non fa felice nessuno, è la degenerazione generale per quanto riguarda i trasferimenti dei giocatori. Siamo testimoni di certi abusi legati a uno strano tipo di business che ci addolora e ci obbliga a reagire per proteggere il calcio e i suoi valori. Ben vengano gli investimenti sani che rafforzano tutto il sistema e portano prosperità. Capiamo anche che ci sono tanti interessi e tante ambizioni in gioco e lo rispettiamo. Sappiamo che tanta gente vuole fare del bene, facendo poi magari del male e non li giudichiamo. Ma i paletti vanno messi e basta. La Fifa sta preparando delle regole nuove. Saranno precise e chiare per tutti. Per i club, per gli agenti e per i giocatori, perché dobbiamo proteggere il calcio e la situazione attuale non è semplicemente più tollerabile.
 
L’ultima cosa di cui vorrei scrivere è la Var. Se ne parla molto e troppe volte, purtroppo, superficialmente. Allora, chiariamo (ancora) una volta per tutte: l’unica (importantissima) missione, l’unico (importantissimo) obiettivo della Var era e rimane eliminare i grandi e indiscutibili errori. I primi test sono andati molto bene e possiamo già essere sicuri che le grandi sviste saranno corrette al 99%, per non dire al 100%. Grazie alla Var avremo un calcio più giusto, un risultato più corretto, e gli arbitri più tranquilli e protetti. La tecnologia è stata (giustamente) invocata da tutti e per tanti anni — soprattutto in Italia — e ci vuole solo un po’ di tempo per abituarsi e vedere realmente i vantaggi che porta. Con la Var trasmettiamo poi in modo inequivocabile una nuova idea di trasparenza, che è quello che vogliamo per un calcio più giusto proiettato nel futuro. Tra l’altro, in queste ultime settimane constatiamo che, anche con la Var, le “adorate” polemiche rimarranno. Continueremo dunque a divertirci con discussioni accese, vedute differenti, critiche costruttive e non, interpretazioni uniche e rare… e va benissimo cosi, il calcio è anche questo. Ma non è più possibile, oggi e in futuro, che l’arbitro convalidi un gol di mano oppure con un fuorigioco di due metri. E questo è straordinario. Per il resto, per quanto riguarda le regole del calcio e potenziali cambi futuri, ci vorrà un approccio molto cauto e conservativo. Qualche cambio leggero potrà starci, ma non si toccherà né la natura né la tradizione dello sport più bello al mondo, il calcio. Mai…”

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