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Jorginho: “Scudetto? Voglio viverlo, non so cosa potrebbe accadere qui. Domani a Torino andiamo motivati per vincere”

Il calciatore azzurro ha parlato ai microfoni di TV Luna. Queste le sue parole: 

“Io sto bene. Credo che anche il Napoli stia bene. E’ un momento di difficoltà, ma siamo sulla strada giusta, stiamo facendo le cose giuste.

Critiche eccessive? “Qui è tutto molto esagerato. Dal mangiare, si mangia sempre tanto, a tutto il resto. Le critiche sono normali. Sinceramente non ho letto niente, cerco di restare un po’ nel mio. Se vai a vedere tutto perdi energie e non è fondamentale per noi. Noi dobbiamo concentrarci sul nostro lavoro. Però si sembra un po’ che sia stata la fine del mondo. I risultati non sono arrivati nelle ultime partite, siamo sulla strada giusta per tornare a fare punti per i nostri obiettivi. Restiamo sereni e lavoriamo tanto”.

L’obiettivo lo avete. “Più che mai dobbiamo restare uniti, sia qua che all’esterno. Abbiamo un percorso che va avanti da tre stagioni, non possiamo abbatterci per due partite che non vinciamo. Bisogna andare oltre e lo stiamo facendo. Siamo molto convinti che possiamo fare ancora meglio”.

Cos’è cambiato dal Napoli d’ottobre? “E’ lo stesso Napoli, certamente. Se vai a vedere abbiamo pareggiato due volte di fila, ma personalmente la squadra con la Fiorentina è una squadra che è tornata a fare quello che non stava facendo nelle ultime due o tre gare prima dei viola. Abbiamo messo aggressività, creato più movimenti in profondità, abbiamo fatto ciò che siamo abituati a fare. Dobbiamo solo continuare a lavorare”.

Su Valdifiori: “Non c’è stata dualismo, è falso. Chi non vive nello spogliatoio cerca di creare tante cose, invece non è così. Valdifiori è un bravissimo ragazze. Sono cose che non esistono. Con Mirko avevo un rapporto buono, vivevamo nello stesso parco. Quando dovevamo andare a giocare prendavamo la stessa macchina, insieme a Gabbiadini e Maggio. C’era sana competizione, quella che fa bene alla squadra e al gruppo. Così il livello dell’allenamento si alzava, si cercava più qualità. Il dualismo non esisteva. E’ giusto che ci sia competizione anche oggi con Diawara, perché così ci alleniamo bene entrambi. E’ una cosa che deve sempre esserci”.

Che partita ti aspetti col Torino? “E’ una squadra che sta in salute, sono carichi dopo il buon risultato di Roma. Possono pensare che noi siamo calati e quindi saranno motivati, ma starà a noi abbattere questa loro motivazione e far vedere chi vuole vincere. Noi è normale che vogliamo farlo. Giochiamo sempre per vincere. E’ una delusione quando non vinciamo, siamo i primi a tenerci tanto. Sembra che non ci importi, ma non è per niente così”.

Ci avete abituato bene. “Sapevamo che prima o poi sarebbe arrivato l’ostacolo, il campionato è lunghissimo, magari arriva il freddo o il campo pensante, ma noi dobbiamo superare tutto questo. Dobbiamo vincere anche se il campo è brutto o qualcosa non va”.

Come si fa a rimanere coi piedi per terra dopo i complimenti di Guardiola e Xabi Alonso? “Fanno benissimo, danno autostima e motivazione. Ma io so da dove vengo, penso a tutto quello che ho fatto, quanto ho lavorato e quanto ho sofferto per arrivare fin qui. Buttarlo via sarebbe molto facile, ma io non voglio farlo. Devo pensare a crescere e questi elogi me ne fanno venire ancor più voglia”.

Sulla sua carriera: “Ad un anno e due mesi già calciavo il pallone, a quattro anni mi sono iscritto a scuola calcio. Mia madre mi aiutava, andavo in spiaggia con lei. Mio padre pure mi ha sempre spinto. Nei momenti di difficoltà per fortuna ho avuto la mia famiglia, da solo sarebbe stato molto difficile. Ero già in Italia e chiamai casa dicendo che era tutto finito, ero a Verona e non era neanche professionista, ero nel settore giovanile. Dissi di voler tornare a casa, avevo sofferto troppo, mi sembrava che quel mondo non facesse per me. La mia famiglia però mi disse ‘No, tu a casa non ci torni’, mi motivava, hanno fatto cose che nessuno sa. Però ho conosciuto anche tanti che davvero sono tornati e non sono riusciti a tornare. Penso anche a quei 20 euro a settimana, quando si parla di restare con i piedi per terra. Penso a quando non c’era l’acqua calda, anche di inverno, quando mangiavo la stessa cosa per tre giorni. E’ stato così per un anno e mezzo, ma poi per fortuna sono riuscito ad andare avanti. Quello che semini raccogli, io ho seminato e ora è il momento di raccogliere”.

A tuo figlio cosa piacerebbe raccontare? “Quando comincerà a capire di più potrà vivere molte cose insieme a me, voglio giocare ancora tanto. Per fortuna nasce in una maniera diversa, lui è fortunato ad avere tutto ciò che ha, ma io cercherò di dargli dei valori umani, come il rispetto e l’umiltà, altrimento farebbe fatica in futuro. Io e mia moglie riusciamo a trasmettergli questa cosa importante per noi. Ci stiamo organizzando, vogliamo un altro paio di figli”.

Nascerà con lo scudetto. “Magari…(ride, ndr). Ho già saputo cosa succederebbe in caso di scudetto, ma io voglio viverlo. Ho già sognato i palazzi blu e tutto quello che accadrebbe. Non so quanto potrebbe durare. Pensate che ho detto ai miei che non so neanche se mi farebbero partire a maggio per tornare in Brasile”.

Un messaggio per Natale. “Auguro tante cose buone, un Natale in pace con le vostre famiglie. Per il resto, sosteneteci sempre, anche nei momenti brutti. Vi auguro davvero un buon Natale e forza Napoli sempre”.

 

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