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L’Antitrust e l’accordo Sky-Mediaset: “E io pago”

L’istruttoria dell’Antitrust ha fatto emergere una presunta concorrenza tre le piattaforme televisive. Chi paga alla fine è sempre il cittadino.     L’istruttoria dell’Antitrust che ha portato alla luce una serie di manovre per “addomesticare” l’asta dei diritti televisivi per le partite di Serie A, si è conclusa con sanzioni irrogate per svariati milioni di euro, a Sky, Mediaset, Infront e Lega Calcio di Serie A.

La posizione dominante non concorrenziale delle due principali Pay-Tv nazionali, non solo ha determinato insindacabili scelte nella determinazione di date e orari delle partite, ma ha avuto anche ripercussioni economiche sui cittadini italiani amanti del calcio. 

Sia ben chiaro, nessuno “teoricamente” è obbligato a sottoscrivere un abbonamento ad una delle Pay-Tv. Ma solo teoricamente, perchè al cuore non si comanda e il tifoso alla fine non riesce a rinunciare alla possibilità di vedere le partite della squadra del cuore. Su questo aspetto le Pay-Tv ci sperano e ci giocano. Ma è proprio qui che comincia il calvario del telespettatore.

In questa stagione Sky ha offerto la possibilità di vedere tutte le partite di Serie A sottoscrivendo l’abbonamento al pacchetto CALCIO in aggiunta al pacchetto BASE che un tifoso, anche se non ne ha usufruito, è stato costretto a pagare. Però attenzione nel pacchetto calcio non erano comprese le partite di Europa League, quindi un tifoso del Napoli o della Fiorentina piuttosto che della Lazio, per vedere la propria squadra giocare le partite internazionali, è stato costretto a pagare anche il pacchetto SPORT. In tutto questo nei pacchetti Calcio e Sport non sono comprese le partite di Champions League, trasmesse in esclusiva da Mediaset Premium. In pratica la posizione dominante non concorrenziale delle due Pay-Tv, ha portato a una sorta di spartizione (involontaria?) delle tifoserie. Sky, grazie all’Europa League, si è assicurata gli abbonamenti dei tifosi di Napoli, Fiorentina e Lazio, mentre Mediaset Premium, grazie alla Champions League, si è aggiudicata quelli di Juventus e Roma. Ma non finisce qui.

Proiettiamoci alla prossima stagione. Come reagirà il tifoso del Napoli che quest’anno è stato un abbonato a Sky, con la squadra impegnata il prossimo anno in quella Champions League trasmessa solo da Mediaset? E se poi malauguratamente a stagione in corso il Napoli dovesse essere retrocesso in quell’Europa League trasmessa solo da Sky?

Insomma la sensazione è che la posizione dominante non concorrenziale delle due Pay-Tv,  generi anche una sorta di palleggiamento del telespettatore da una piattaforma all’altra, con conseguente esborso di denaro per le attivazioni dei nuovi abbonamenti, palleggiamento celato dalle offerte di risparmio a breve termine. Ma per le Pay-Tv l’importante è rientrare in qualunque modo dell’investimento, tanto chi paga è sempre l’utente finale, un dettaglio che non ha importanza in questo sistema contorto e deviato.

Sulla vicenda preoccupa il silenzio del Governo e delle associazioni a tutela dei consumatori, ma intanto mentre c’è chi si divide fior di miliardi di euro, al tifoso non resta che fare il verso al grande Totò e dire “E io pago, e io paaaaago”.

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