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Lesa Maestà, Spalletti ammaina l’ultima bandiera del calcio italiano

Il calcio piange ancora una volta, e stavolta la perdita potrebbe essere grande ed il tonfo per la caduta, manco a dirlo, uno dei più rumorosi degli ultimi anni.

 

La lite SpallettiTotti apre un caso che era nell’aria già da tempo e che in Italia abbiamo visto tante volte negli ultimi anni. Luciano Spalletti, allenatore di lungo corso, si è trovato a dover risolvere un caso bollente cioè quello di Francesco Totti, 40 anni compiuti a settembre. La bandiera giallorossa aveva chiesto, attraverso un’intervista, di avere più spazio ed ha così indirettamente attaccato allenatore e società. La risposta è stata repentina e veemente: Totti escluso dal ritiro per la gara contro il Palermo nella quale, ad ascoltare le indiscrezioni dell’ambiente, sarebbe dovuto partire come titolare in attacco. La rottura definitiva potrebbe spingere Totti a chiudere la carriera annunciando il ritiro alla fine della stagione, oppure spingendolo ad accettare le offerte “dorate” provenienti dalla Cina e dagli Emirati Arabi. 
La carriera di Francesco Totti è a rischio dopo 24 anni da professionista in cui ha vestito soltanto la maglia della Roma. Una bandiera del calcio italiano, forse l’ultima, che Luciano Spalletti si prende forse l’onere di ammainare definitivamente.

 

Un destino simile era toccato ad Alessandro Del Piero, 42 anni ed oggi fuori attività, quando nel 2012 il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, durante una riunione dei soci annuncio che il calciatore non avrebbe rinnovato il proprio contratto. Messo alla porta dopo 19 anni di carriera con la maglia della Juventus. Altro caso più recente è quello di Antonio Di Natale, una vita con la maglia dell’Udinese, il cui rapporto con Colantuono si è inclinato definitivamente. Anche Di Natale lascerà il calcio a fine stagione, con la maglia che ha amato e servito.

Diversi, ma non troppo, furono anche gli addii di Paolo Maldini e Javier Zanetti, rispettivamente bandiere assolute di Milan ed Inter. Il primo lasciò a causa delle pressioni della società che lo vedevano eccessivamente avanti con l’età, mentre per il secondo fu una scelta consensuale con la società nerazzurra. A Napoli le ultime bandiere ad aver sventolato alto furono quelle di Beppe Bruscolotti, storico capitano ai tempi di Maradona al quale lui stesso cedette la fascia, e di Gianluca Grava che dalla Serie C visse la cavalcata fino alla Serie A ed all’approdo in Champions League.

 

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