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Lotito, la storia di un uomo solo al comando. Quando venne arrestato con la pistola

Da re degli appalti degli Enti Pubblici della Capitale fino all’ascesa al potere nel mondo del calcio.

Claudio Lotito, romano di cinquantadue anni, consegue la licenza liceale indirizzo classico, prima di laurearsi in pedagogia con il massimo dei voti.

Entrò nel mondo imprenditoriale con alcune imprese di servizi (pulizia, vigilanza e catering), trovando la “strada giusta” per vincere gli appalti milionari di quasi tutti gli enti pubblici della Capitale. Il come è il perché, stranamente non ha mai interessato a nessuno, guadagnandosi così il soprannome di “re degli appalti”.

La sua vita sentimentale potrebbe essere alla base del suo exploit finanziario e imprenditoriale, entrando a far parte della famiglia Mezzaroma (una delle più potenti della Capitale nel campo dell’edilizia) sposando Cristina, figlia di Gianni e sorella di Marco. Marco Mezzaroma è co-proprietario con Lotito della Salernitana Calcio, fondata dalle ceneri del club fallito nel 2012 e riportato in tre anni dalla Serie D alla Serie B. Marco Mezzaroma è l’ex marito di Mara Carfagna (guarda caso salernitana di nascita), ex Ministro delle pari opportunità del Governo Berlusconi. Proprio Silvio Berlusconi e il figlio di Ciriaco De Mita furono tra i testimoni di nozze degli sposi. Marco Mezzaroma, è stato coinvolto anche in alcune inchieste giudiziarie, una insieme all’allenatore dell’Inter Mancini.

La scalata al potere del mondo del calcio, è partita il 9 luglio del 2004, quando Lotito, diventò presidente della Lazio sull’orlo del fallimento. Lotito, grazie all’aiuto di Franco Carraro (all’epoca presidente ela Federcalcio n.d.r.), riuscì a ottenere la spalmatura in ventitré anni, del debito di 140 milioni di euro che il club aveva con il fisco. Rate annuali da 8 milioni di euro la prima e da 6 milioni di euro le restanti. Per favorire la proposta di accordo lanciata da Lotito, venne promulgato ad hoc il decreto spalma-debiti, facendolo passare come decreto salva-calcio.

Lotito ha avuto un rapporto “confidenziale” con la giustizia, sia penale che sportiva:

  • nel 1992, in seguito all’assegnazione di un appalto nella Regione Lazio, venne arrestato insieme a un funzionario della stessa Regione Lazio, con l’accusa di “Turbativa d’asta” e “Violazione del segreto d’ufficio”. I giornali dell’epoca parlarono del 35enne Lotito, in possesso di una pistola al momento dell’arresto. 

  • nel 2006 venne coinvolto nello scandalo calciopoli con l’accusa di illecito sportivo per partite giocate nella stagione 2004-2005. Lotito venne condannato all’inibizione di 3 anni e 6 mesi e a 10.000 euro di ammenda, ridotti nei successivi gradi di giudizio a 4 mesi. Durante le indagini venne intercettata una telefonata di Franco Carraro (poi condannato e costretto alle dimissioni da presidente della Federcalcio), che chiedeva al presidente dell’associazione arbitri, Paolo Bergamo, di favorire la Lazio;

  • il 3 maggio 2009 venne condannato in primo grado a 2 anni di reclusione per aggiotaggio e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza,  in relazione alla vicenda della compravendita dei titoli della Lazio risalente al 2005.

    Il reato di aggiotaggio nel gennaio del 2014 venne poi dichiarato prescritto.

  • l’8 novembre 2011 nel processo penale collegato a calciopoli, Lotito subisce una condanna in primo grado dal Tribunale di Napoli a 1 anno e 6 mesi di reclusione più 25.000 euro di ammenda; nei successivi gradi di giudizio, la penna venne prima ridotta  a 18 mesi di reclusione e 40.000 euro di ammenda, fino al riconoscimento dell’avvenuta prescrizione dei reati;

  • il 28 gennaio 2015, il dirigente dell’Ischia Isolaverde Pino Iodice, ha reso pubblica una telefonata intercorsa tra lui e Lotito. Quest’ultimo oltre a vantarsi che Beretta (presidente della Lega di Serie A-n.d.r.) e Macalli (presidente della Lega Pro e vice-presidente FIGC- n.d.r.) non comandano nulla, parla anche di Carpi e Frosinone salite in Serie A come  un fardello economico per la Lega;

  • il 14 maggio 2014 Ilievski, capo degli scommettitori dello scandalo delle scommesse scoppiato nel 2012 relativo alle partite del 2011, con la dichiarazione resa al Pm di Cremona Di Martino, ha pesantemente coinvolto il club di Lotito per le presunte combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio;

  • il 19 maggio 2015, nell’ultimo scandalo scommesse scoppiato in Lega Pro e Lega Dilettanti, anche la Salernitana di Lotito sembrerebbe coinvolta;

  • il 20 maggio2015, durante l’inchiesta che ha portato alla luce l’ultimo scandalo delle scommesse, è stata intercettata una telefonata tra Galigani (ex dirigente sportivo) e Di Nicola (direttore sportivo dell’Aquila Calcio, una delle società coinvolte). In questa telefonata si parla di Tavecchio e Macalli (rispettivamente presidente e vice-presidente della FIGC) ricattati da Lotito. Quest’ultimo verrebbe anche accusato di essere il proprietario non solo di Lazio e Salernitana, ma anche di Bari e Brescia, con la benedizione della Infront Italy.

Sempre il 20 maggio 2015, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, durante un’intervista radiofonica lancia un attacco velato a Lotito “Ora basta con il fatto che personaggi di discutibile approccio governino il calcio a tutti i livelli. Faccio un appello alla Federazione, alla Lega, al Coni, restituiamo il calcio alle famiglie. Non hai idea di quanto sia contento che il Frosinone e il Capri siano salite in serie A”

Il direttore sportivo della Roma Sabatini, dopo il derby rinviato su richiesta di Lotito, ha rilasciato la seguente dichiarazione: Spostamento improponibile. La Roma ha sempre giocato di mercoledì e domenica. Si scherza ma a forza di scherzare chissà dove arriveremo. La percezione che comandi Lotito ce l’ha il calcio, non la Roma”.

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