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Mondiali Brasile 2014: una realtà nascosta

Finalmente è arrivato! Sembravano interminabili questi 4 anni ma alla fine sono giunti. Questo è l’anno dei mondiali. L’anno del Brasile. In giro c’è un’aria di frenesia.  Si pensa alla ristrutturazione degli stadi (un fondo di 1 miliardo di dollari è stato approvato per la riparazione, ristrutturazione e manutenzione degli stadi brasiliani), si pensa alle diverse nazioni partecipanti; i giocatori di ogni nazione hanno lottato un anno intero per farsi notare e quelli finalmente convocati sono su di giri e pieni di voglia di dare il meglio di sé. I tifosi sono carichi e appassionati, prontissimi a sostenere le proprie squadre del cuore con sentimenti quasi patriottici.
Ma cosa c’è dietro tutto questo?
Dietro tutto questo c’è una nazione ospitante che quasi affanna pur di portare avanti questi mondiali. C’è una popolazione che vive in condizioni tragiche e che ogni giorno fa degli enormi sacrifici per portarsi avanti. 
Nonostante ci sia stato un boom economico negli ultimi dieci anni, l’8,5% dei brasiliani vive con meno di 70 reais al mese, pari a € 1,09 al giorno. 

Dallo scorso mese di giugno, gli abitanti di San Paolo sono scesi in piazza per protestare contro la spesa pubblica per la Coppa del Mondo. Il costo dell’organizzazione è quello di raggiungere, addirittura, 11 miliardi di dollari.
Mentre il governo brasiliano è in procinto di spendere $ 243.000.000 per riparare le strade per ospitare la Coppa del Mondo, l’edizione americana di Al Jazeera ha rivelato che il Brasile, così facendo, avrebbe perso circa 1 milione di abitazioni.

A tal proposito si è espresso, in tutta la sua arte, un artista brasiliano di nome Paulo Ito che, sulla parete di un edificio scolastico sito in San Paolo, ha voluto dare vita al suo senso di critica contro la società creando un murales che ritrae un bambino brasiliano in lacrime davanti al suo piatto perché non è contento che contenga un pallone da calcio.

Questa immagine ha talmente fatto scalpore che in pochissimo tempo, esattamente nel giro di una sola settimana, è stata condivisa più di 50.000 volte su Facebook e ritwittata da migliaia di utenti.
L’artista, ha voluto così commentare questa sua iniziativa: “Ci sono tante cose che non vanno in Brasile, è difficile sapere da dove cominciare. Io non voglio affermare che nessuno stia facendo niente contro la povertà, ma dobbiamo mostrare al mondo che la situazione non è ancora buona. L’immagine serviva a solidificare questa sensazione”.

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