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Il Napoli, Higuain e il rumore del silenzio

In ritiro a Dimaro-Folgarida non c’è la squadra che giocherà in Champions League la prossima stagione. Almeno così sembra.

Il passaggio di Higuain alla Juventus. Il mercato in entrata che non è (ancora) riuscito a consolare i cuori dei tifosi infranti dal “tradimento” professionale del loro idolo. I continui annunci di fuga dei procuratori.

Tante tensioni troppe e inattese per una squadra arrivata al secondo posto, smentendo tutte le pessimistiche previsioni fatte l’estate scorsa giocando al tempo stesso forse il miglior calcio d’Europa.

Il 9 luglio, data dell’inizio del ritiro, nella valigia di chi ha deciso di seguire il Napoli in Trentino, è stata infilata prima di ogni altra cosa l’euforia  per quelli che dovevano essere ventidue giorni di sano entusiasmo, durante i quali condividere tutti insieme (società, squadra, tifosi e addetti all’informazione) la gioia e l’orgoglio per aver conquistato sul campo il diritto di giocare la prossima Champions  League.

Invece non è così, le tensioni hanno avuto la meglio sull’euforia.

L’amore dei tifosi per la maglia li ha spinti a schierarsi con ancora più forza, vicino alla squadra anche per esorcizzare il vuoto lasciato da Higuain. Ma al tempo stesso in loro è cresciuta l’ansia mista a preoccupazione per il Napoli che sarà, sentimento che ha minato la fiducia nell’operato della società.

Non aiuta il “rumore” del silenzio di chi ha scelto di evitare ogni tipo di dichiarazione. In diciotto giorni le uniche voci dei calciatori che hanno goduto del dono della parola, sono state quelle di Callejon, Roberto Insigne, Jorginho e Tonelli quando hanno incontrato i tifosi in piazza.

Conferenze stampa una sola, quella del presidente De Laurentiis. Di Sarri è stato possibile solo ammirare la sagoma in campo, ma dall’ugola del mister non è uscita neanche una nota, unico caso tra le venti squadre di Serie A divise tra ritiri e tournèe.

Non resta che aspettare e vedere come la società intenda ridare vitalità a quell’euforia sconfitta dalle tensioni.  Aspettare e basta, anche perché “nessuno” sembra pretendere altro.

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