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Da Reja a Sarri, quanti cambi di scacchiera! E’ Hamsik la pedina per… andare a Dama

Prima di rinnovare nuovamente il suo amore al Napoli, di strada ne ha percorsa il nostro “coraggioso” capitano.
Un amore – lo sappiamo – incondizionato, che oramai lo ha eletto a bandiera del popolo partenopeo. Tante le emozioni regalate a questa piazza, dopo gli anni bui delle retrocessioni, del fallimento e della lunga scalata verso la rinascita nel calcio che conta. Tante le ere vissute, i sistemi di gioco assorbiti, le manovre tattiche che ha dovuto compiere in ogni nuova gestione tecnica: Marek Hamsik c’è sempre stato. Da Ferragosto 2007 quando col Cesena, in Coppa Italia, esordì e segnò per la prima volta, fino allo scorso 14 maggio eguagliando il record di gol, 81, di Maradona, ha accompagnato la propria gente, esaltandone la passione e la fame di vittorie.

Va ad intermittenza – obietta qualcuno che non ne apprezza l’atipicità del ruolo -. Lo vedi (si accende), dalle retrovie, solo per far gol. Sparisce (si spegne), soffocato nella morsa. D’altronde, così ha sempre funzionato. Da capocannoniere della squadra per tre stagioni consecutive, a rifinitore (in teoria) di Quagliarella prima e dei “mostri” Cavani e Higuain poi. E non importa come: centrocampista puro nel 3-5-2, mezza-punta nel 3-4-2-1, mezzala sinistra in un 4-3-3; cambiando (in pratica) l’ordine degli addendi, il risultato (ciò che conta) è lo stesso.

Per incidere, Hamsik ha bisogno di libertà – mentale soprattutto-, di spazi da occupare, con la porta avversaria spalancata in faccia. Ecco, gli inserimenti senza palla, che a Marek basta avere tra i piedi, tanto quanto basta. E’ quello che con grande soluzione di continuità ci regalava, fino all’altro-ieri, con Reja. Ieri, invece, Benitez lo aveva un pò castigato spalle alla porta, desiderando dal suo numero 17 un’interpretazione, magari più decisiva, del ruolo. Ma compresso negli spazi intasati degli ultimi metri di campo, proprio non ci sa stare. E così arriviamo ad oggi. Cambio di scacchiera e l’obiettivo “arrivare a dama” è ancora una volta centrato. Mister Sarri lo predilige nella costruzione del gioco, in un Napoli che ha quasi sempre il controllo della partita.

Ed il futuro? Intanto il rinnovo fino al 2020 ed un ingaggio da top player. Poi i sogni. Lo scudetto è sempre in cima alla lista dei desideri. Non è facile. Nel calcio, si sa, non si hanno mai certezze. E nella vita, in generale, guai ad averne. Napoli, però – si sa -, ha le sue eccezioni; è unica e controversa anche per questo. E Marek Hamsik è entrambe le cose: un’eccezione di un calcio romantico che non esiste più ed una certezza dalla quale ripartire ancor meglio di prima.

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