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Serie B – Cacia insulta l’agente su WhatsApp: squalificato. Ecco cosa aveva detto

Non solo più insulti sul campo ma anche social. La squalifica può scattare ovunque.

Il Tribunale Federale Nazionale della Disciplinare, presieduto dall’avvocato Sergio Artico, ha sanzionato Daniele Cacia con una giornata di squalifica da scontare in gare ufficiali (oltre ad un’ammenda di 6000 euro) e un mese di inibizione a svolgere qualsiasi attività nell’ambito dell’Ordinamento federale nei confronti del procuratore Gianluca Fiorini. È arrivata anche un’ammenda di 6000 euro per il Bologna. Il motivo è dovuto agli insulti e minacce della punta nei confronti del suo agente Fiorini, che è stato a sua volta multato e inibito. Il giocatore si è rivolto, tramite l’applicazione per inviare messaggi WhatsApp, nei suoi confronti con espressioni non proprio pacate: “Ricordati che sono calabrese, non dimentico”.

L’episodio – Il fatto risale al 20 settembre 2014. Cacia, ascoltato dai sostituti procuratori su quanto era accaduto, aveva dichiarato di essere stato provocato dopo Crotone-Bologna. Fiorini lo aveva pesantemente criticato per le insufficienti prestazioni sportive. Questi sono alcuni stralci degli insulti di Cacia nei confronti del suo procuratore:

“Senti te l’ho già detto una volta … se hai qualche problema con me vieni che lo risolviamo di persona altrimenti non ti permettere più di scrivere. Sei un poveretto che cerca gloria in un mondo che non ti appartiene. P.S. A casa mia i conigli non rispondono al telefono ciao”. (ore 18.21)

“Senti ora ti dico una cosa … se nomini ancora la parola mio figlio sappi che dove ti vedo in qualunque posto ti massacro. Attento non scherzare con il fuoco. Che ti bruci. A buon intenditore poche parole”. (ore 18.57)

“Bello mio forse non hai capito in che situazione ti sei messo, sei in una via senza uscita. Chi tocca mio figlio e andato nella via sbagliata e tu ci sei finito. Hai ragione non ti scrivo più tanto perdo tempo con un cog…one come te e morto di fame che sei … ma ricordati una cosa Daniele è calabrese e Daniele non dimentica … a presto” (ore 19.40)

Ed ecco le provocazioni e l’espressioni ingiuriose di Fiorini nei confronti di Cacia:

“Fra un po’ ti chiederanno di restituire lo stipendio a Bologna” (ore 18,05) – nel senso che uno stipendio come il tuo e quello di Acquafresca non giustificano un rendimento così scarso del Bologna” (ore 18.09) – fra un mese ti rescindono il contratto e vai a lavorare se vuoi mantenere tua figlia … garantito … conserva il mio messaggio e poi vedremo chi è il poveraccio … cog…one!” (ore 18,28)

“Io nomino la parola di tuo figlio quando mi pare e piace … adesso ci pensa la giustizia sportiva a farti abbassare la cresta e il proprietario del Bologna” (ore 19,01) – ho appena informato il capo della Digos a Cremona dando i tuoi dati e mandato una email alla Procura federale c/o FIGC… sei pregato di non chiamarmi più” (ore 19,29)

“Ti ho denunciato in Questura. Domani viene a prenderti la Digos a Piacenza. Sono stufo delle tue minacce. Io ho solo detto che devi andare a lavorare per mantenere tuo figlio”

Il Tribunale Federale Nazionale sul referto ha scritto: “Non vi sono dubbi sul fatto che entrambi gli incolpati abbiano fatto uso di alcune parole e di alcune frasi aventi un carattere ingiurioso”.

Proprio Fiorini, che addirittura era già stato coinvolto in una vicenda simile con l’ex ds rossoblù Roberto Zanzi, ha denunciato l’accaduto alla Procura federale.

Articolo di Marco Salvadori

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