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Spalletti sfida il Toro e l’età: “Non ho molto tempo: per il Napoli sono disposto a tutto”

L’allenatore azzurro presenta la partita di domani alle 15 con il Torino e guarda al futuro: “La stagione irripetibile sarà la prossima: non ci fermiamo”

Formazione quasi fatta: fuori Demme e Raspadori. Si ferma anche Marfella. E Lucio incorona Kvara: “Ora gioca con la vena gonfia. E mi garba di più”

I miei primi 64 anni. 

“Il tempo mi regala soddisfazione, ed è quello che cerco, saremo giudicati per l’umiltà la serietà. Mi devo affrettare, non ho molto tempo, so che devo dare valore a ciò che mi passa davanti. Sono disposto a tutto. Quando dico che non ho tempo mi riferisco alla mia età 64 anni (ride, ndr). Ogni momento può essere diverso per cui è meglio non fare calcoli. Quanto rimarrò sulla panchina? Vedremo. Se penso alla squadra vorrei restare in eterno, se penso a quanto accaduto l’altro giorno… “. Si riferisce alla guerriglia urbana di mercoledì con i tedeschi. “Allora dico che non vorrei vivere queste situazioni”.

Sulla stagione straordinaria.

“Un anno irripetibile? Irripetibile sarà quello dopo questo. Qualsiasi cosa succede e quello dopo ancora, all’infinito. Il traguardo è sempre quello che vuoi andare a prendere. Non ci si ferma mai”.

Su Torino-Napoli.

“Parlo volentieri del Torino per il rispetto che devo e riconosco alla squadra di Juric. Il Torino non cambierà atteggiamento. All’andata sono stati costretti a cambiare. È un avversario asfissiante per quello che fa anche in fase di non possesso. Sono sempre disposti a farti sentire il fiato sul collo. Per loro è un divertimento non farti giocare sul pulito. Con Juric ho anche discusso, ma poi c’è grande stima reciproca”.

La formazione.

“Può succedere che ci sia domani qualche titolare diverso. Andiamo avanti partita per partita in base alla forma dei singoli. Non ho timore di sbagliare ho tutti disponibili dal punto di vista fisico e mentale. Tutti dicono che già abbiamo vinto occorre fare attenzione a questo prima di affrontare le partite. Ci vuole sempre la concentrazione giusta. Elmas o Simeone domani titolari?  Elmas meriterebbe come tutti di giocare da titolare qualche partita in più. Qualcosa si cambia ma per adesso non fatemi anticipare”.

Sul nuovo boom del calcio italiano.

“Oggi il calcio italiano fa cose più moderne. Il calcio va avanti, la lunghezza del campo si può accorciare a seconda di dove metti la linea difensiva”.

Su Raspadori, Ndombele e Di Lorenzo.

“Raspadori non ha recuperato, non va neanche in Nazionale. Ndombele è un calciatore forte. È un ragazzo molto dolce che alleno volentieri. Ha forza, motore, tecnica e questi guizzi di lucidità per mettere la palla nello spazio per imbucare. Mi garba. Di Lorenzo è speciale, ogni allenamento dà qualcosa in più. Il capitano ideale. “

Sul gioco

“Siamo organizzati come squadra ma poi lasciamo ai ragazzi la loro creatività individuale: penso alla creatività di Politano, Lozano, Osimhen, Kvaratskhelia. Un gruppo determinato: i giocatori vogliono far vedere di che pasta sono fatti”.

Sul ritorno dei tifosi in trasferta e sugli scontri di Champions.

“Fondamentale, spero non succeda più quanto accaduto. E’ innegabile che è tutt’altra cosa quando c’è.  Anche perché per colpa di alcuni vanno penalizzati tanti altri. Ho temuto per le trasferte quando c’è stato il divieto perché per noi è un sostegno importante ed i calciatori ne hanno bisogno”.

Sulla crescita di Zielinski. 

“Secondo me, come con l’Eintracht ha giocato allo stesso modo anche in campionato (sorride). Lui si nutre della crescita della squadra. Ha resistenza, tiro, tecnica, e sta fortificando il carattere perché a volte se sei troppo buono e bravo non sempre in questo mondo hai dei vantaggi ed ogni tanto bisogna farsi venire la vena sul collo”.

Su Kvara.

“Kvaratskhelia quando ha fatto gol con l’Atalanta quel dribbling, aveva la vena sul collo. Quando è arrivato non ce l’aveva così. Ora mi garba di più”.

Sulla girandola dei rigoristi.

“In Champions hanno deciso i ragazzi, che a calciare fosse Zielinski. C’è democrazia nello spogliatoio. Ha preso il rigore,  gli dava fastidio quello che è successo nei rigori precedenti e con il gruppo ha deciso di  batterlo lui. Una squadra unita fa così”.

 

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