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NBA: Tim Duncan annuncia il ritiro, dice addio uno dei più grandi di sempre

Dalle Isole Vergini al Texas, finisce il viaggio di un grande campione. Da oggi Tim Duncan è leggenda.

Tim Duncan si ritira. Una notizia attesa da qualche anno, ma arrivata in maniera del tutto imprevedibile come un fulmine a squarciare il cielo sereno dell’NBA con i fuochi d’artificio della free agency. Questo è un giorno triste non solo per i tifosi dei San Antonio Spurs, ma per tutti gli appassionati di basket. Duncan ha dominato silenziosamente l’NBA, venendo eletto da Sports Illustrated miglior giocatore della decade 2000-2010. Questo è solo uno dei traguardi da sogno raggiunti dal ragazzo di Saint Croix che ha fatto innamorare gli appassionati della palla a spicchi con la sua concretezza e una pacatezza rara da trovare in un ambiente dominato dall’esagerazione e dal una spettacolarità molto spesso fine a se stessa.

Un viaggio lungo diciannove anni – Quando Tim Duncan fu raggiunto da Popovich, quasi esordiente alla guida degli Spurs, aveva già vissuto una storia ricca di turning points. Nato a Christiansted, sull’isola di Saint Croix nelle Isole Vergini Americane, quello che sarebbe poi diventato The Big Fundamental, iniziò a praticare nuoto. Fratello minore di una nuotatrice olimpionica, Tricia, fu un grande talento nel nuoto, in particolare nei 400 m stile libero. A tredici anni faceva già parte della squadra che avrebbe dovuto prender parte alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992.

Una strada spianata verso il successo, frenata nel momento più importante da una tragedia: la malattia e la morte della madre. Un evento che, insieme all’uragano Hugo che devastò completamente Saint Croix, fu decisivo per il futuro del giovane Tim. Le piscine furono distrutte, la paura degli squali prese il sopravvento e fermò la sua carriera da nuotatore. Ma qualcosa di positivo c’era: un regalo della sorella maggiore Cheryl. Sposata con un cestista, regalò a Tim un canestro. Suo marito, Ricky Lowery, fu il primo maestro di suo fratello. Il mentore che indossava il 21 al college, numero che ha caratterizzato la carriera di Duncan.

Una partita contro una squadra dell’NCAA in cui, sedicenne, fermò Alonzo Mourning indusse la squadra NCAA della Wake Forest University a puntare su di lui. Durante il periodo al college arrivarono tante soddisfazioni, record stracciati, voci su un trasferimento in NBA sempre più insistenti ma una laurea da raggiungere. La personalità e l’essere poco incline a lasciarsi condizionare dagli altri già trasparivano in questo periodo della vita di Tim Duncan. Al termine della stagione 1996/97, la giovane ala grande decise di rendersi eleggibile per il Draft NBA, non prima di aver conseguito una laurea in psicologia e riscritto la storia dell’NCAA (primo giocatore a superare i 1.500 punti, 1.000 rimbalzi, 400 stoppate e 200 assist).

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TD21 in NCAA, con la Wake Forest University.

San Antonio, Texas: una dinastia coronata da cinque anelli – Isole Vergini, estate 1997. Coach Gregg Popovich, al secondo anno agli Spurs da capo allenatore, veniva da una stagione negativa (venti vittorie), di cui l’unico aspetto positivo fu l’inaspettata vittoria alla Draft Lottery ai danni di Celtics e Grizzlies. La prima scelta era già scritta: Tim Duncan approdò in una squadra giovane, trascinata da Robinson ma ancora a secco di titoli NBA nella sua storia. Piccolo flashforward, Duncan la lascerà dopo cinque anelli.

Primo anno: Rookie of the Year con 113 preferenze su 116. Al secondo anno, 1998/99, gli Spurs provarono a costruire una squadra capace di interrompere il dominio Bulls. Non solo ci riuscirono, da lì iniziò una nuova dinastia costruita su fondamenta solide fatte di gioco, concretezza e spettacolo. Duncan, come suo solito, diede il suo contributo soprattutto alla voce “concretezza”. Il trionfo arrivò l’anno dopo: titolo NBA e di MVP delle Finals, primo a riuscirci nell’anno da sophomore.

Duncan con il primo titolo NBA e l'MVP delle Finals.

Duncan con il primo titolo NBA e l’MVP delle Finals.

La consacrazione assoluta arrivò dal 2002/03 – prima stagione in cui costituì i Big Three più vincenti della storia della NBA con Ginobili e Parker – in poi. MVP della stagione per la prima volta, premio cui seguì anche il secondo anello per i San Antonio Spurs con annessa elezione come MVP delle Finals. Il tutto lontano dal clamore e dai fotografi, con una sola espressione e una personalità da silente dominatore della Lega.

Duncan al secondo anello con il titolo di MVP, insieme a David Robinson campione all'ultima stagione da professionista.

Duncan al secondo anello con il titolo di MVP, insieme a David Robinson campione all’ultima stagione da professionista.

Due anni dopo, nel 2005, arrivò il terzo trionfo per gli Spurs contro i campioni uscenti, i Detroit Pistons in gara-7. Nonostante alcune difficoltà fisiche, Duncan si aggiudicò per la terza volta il premio di MVP delle Finals.

Duncan con il terzo titolo NBA e il terzo premio come MVP delle Finals.

Duncan con il terzo titolo NBA e il terzo premio come MVP delle Finals.

Dopo il trionfo dei Miami Heat nel 2006, con Duncan ostacolato ancora dalla fascite plantare, e gli Spurs battuti dai Mavericks in semifinale di Conference, nel 2007 arrivò un’altra stagione trionfale per gli Spurs che affrontarono e riescono a superare con uno sweep nelle Finals i Cleveland Cavaliers del giovane LeBron James. Il titolo di MVP delle Finals in questo caso andò meritatamente a Tony Parker. Quarto anello per Duncan e gli Spurs.

Anno 2007, quarto anello per Duncan e gli Spurs. Stavolta l'MVP delle Finals è Parker.

Anno 2007, quarto anello per Duncan e gli Spurs. Stavolta l’MVP delle Finals è Parker.

Dopo un periodo di transizione con vari record personali raggiunti, che vide gli Spurs centrare sempre i playoff e il traguardo delle cinquanta vittorie stagionali con ottime prestazioni, la squadra di coach Popovich tornò a giocare le Finals nel 2012/13, quando dopo un finale thrilling in gara-7 Miami conquistò il titolo per il secondo anno consecutivo. Le stesse Finals si sono ripetute durante la stagione successiva, ma con risultato opposto. 4-1 netto agli Heat e quinto anello per Duncan, Popovich e gli Spurs con titolo di MVP delle Finals conquistato da Kawhi Leonard, ragazzo caratterialmente molto simile a The Big Fundamental. Le ultime due stagioni sono state avare di soddisfazioni ai playoff ma ricche di record conquistati per la franchigia texana e per Tim Duncan.

15 giugno 2014: quinto ed ultimo anello per Duncan. MVP delle Finals, Kawhi Leonard.

15 giugno 2014: quinto ed ultimo anello per Duncan. MVP delle Finals, Kawhi Leonard.

Oggi l’annuncio del ritiro, dopo diciannove stagioni giocate con i San Antonio Spurs. Più di 1.000 vittorie con la maglia neroargento, record assoluto con una sola franchigia e raggiunto solo da Abdul-Jabbar e Parish che però vestirono più di una maglia. Maggior numero di doppie-doppie in gare di playoff, record assoluto di minuti giocati nei playoff e tanti altri primati, impossibili da elencare esaustivamente. Record che però non saranno la sua sola eredità.

“Good, better, best. Never let it rest. Until your good is better, and your better is best.”, il motto tramandatogli dalla madre è seguito fino all’ultimo giorno. Una costanza, una sobrietà applicata alla determinazione che l’hanno reso un personaggio unico nel suo genere. Lontano anni luce dall’esposizione mediatica tipica della pallacanestro americana, in un’altra dimensione. Tim Duncan ha silenziosamente dominato l’NBA, facendo innamorare ancor di più appassionati di tutto il globo della palla a spicchi. Sempre e comunque a modo suo. Sempre e comunque vincente.

L'abbraccio al pallone, il rito pre-partita di Duncan che ha caratterizzato più di 1.000 partite dei San Antonio Spurs.

L’abbraccio al pallone, il rito pre-partita di Duncan che ha caratterizzato più di 1.000 partite dei San Antonio Spurs.

Di seguito parte degli omaggi a Tim Duncan che stanno circolando su internet da parte di compagni, giornalisti e squadre sui social media:

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