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Sarri racconta il suo calcio: “La preparazione settimanale della partita”. Quinto capitolo

Per capire di più sul nuovo tecnico del Napoli, approfondiremo il lavoro di Sarri attraverso una sua tesi, scritta da lui per il Corso Uefa Pro Licence 2006/2007 tenutosi a Coverciano. Dopo la Premessa e il Primo capitolo (LEGGI QUI), il secondo capitolo (LEGGI QUI), il terzo capitolo (LEGGI QUI) e quarto capitolo (LEGGI QUI), ecco a voi il quinto capitolo.

CAPITOLO 5 – IL VENERDI’

Venerdì mattina:
ore 10,00 non c’è allenamento, ma si ritrovano allenatore e collaboratore con i seguenti compiti: il collaboratore prepara altri due filmati da far vedere alla squadra, uno con tema la fase difensiva della squadra avversaria ed uno con tema le palle ferme degli avversari sia a favore che contro. L’allenatore prepara delle schede individuali dei giocatori che compongono la squadra avversaria; spesso si tratta di giocatori già schedati per cui si procede solo all’aggiornamento della scheda stessa. Vedremo in seguito come sono fatte queste schede e come sono utilizzate.
Venerdì pomeriggio:
ore 14,30 solita breve riunione dello staff tecnico per l’organizzazione materiale della seduta di allenamento.
Ore 14,45 riunione tecnica con la squadra. Tema: la fase difensiva della squadra avversaria. La riunione procede con le stesse modalità delle precedenti, con il primo intervento dell’allenatore che illustra caratteristiche e movimenti della fase difensiva dei prossimi avversari e secondo intervento del collaboratore che analizza le immagini prescelte per rendere idea alla squadra di quanto detto.
Il filmato della fase difensiva degli avversari viene chiaramente montato con la stessa logica dei filmati precedenti e si rispetta il seguente ordine:
1 – qualche immagine in cui si vede come si muove la squadra sui rilanci lunghi del portiere avversario. Chiaramente si cerca di individuare qualche carenza a livello individuale sia nel gioco aereo sia nel dare copertura ai compagni.
2 – fase difensiva degli avversari in zone alte di campo. In questo senso si cerca di individuare se gli avversari sono portati al pressing ed in che zona solitamente lo portano. Viene posta molta attenzione sui movimenti di taglio dei passaggi, in maniera da individuare e far vedere ai giocatori le possibilità di uscita.
3 – fase difensiva degli avversari in zone medie di campo. Si analizzano i movimenti difensivi dei centrocampisti avversari e si guarda con attenzione se portano anche i raddoppi sulla linea difensiva o meno.
4 – fase difensiva degli avversari in zone basse di campo. Fase in cui viene analizzato il comportamento della linea difensiva nelle varie situazioni, soprattutto si cerca di riportare le loro reazioni su azioni che hanno caratteristiche simili alle nostre.

Nel montaggio di questo filmato abbiamo la solita attenzione sia temporale che psicologica. Dal punto di vista temporale anche questo è un filmato nel quale in 6-7 minuti al massimo devono essere rappresentate le situazioni sulle quali vogliamo lavorare sul campo.
Dal punto di vista psicologico, dopo che ieri siamo stati neutrali nel montaggio delle immagini, oggi abbiamo deciso di porre particolare enfasi sugli errori difensivi degli avversari, nel tentativo di far crescere la fiducia nei nostri giocatori sul poter fare risultato anche contro avversari di buona qualità tecnica, di ottima classifica e che attraversano anche un momento favorevole a livello di risultati.

Ore 15,00 allenamento
Obbiettivo: questo allenamento ha come obbiettivo tattico quello di preparare la nostra fase offensiva contro il 3-4-3 di questi avversari. Dal punto di vista fisico si effettua lavoro sulla rapidità.
Svolgimento: l’allenamento si svolge in 4 blocchi di lavoro
1 – riscaldamento e rapidità a secco con il Preparatore.
2 – fase offensiva generica.
3 – fase offensiva specifica.
4 – fase offensiva situazionale contro il modulo avversario.

1° blocco: in un primo momento il Preparatore cura principalmente la fase di riscaldamento, attraverso una serie di passaggi a bassa velocità di ostacoli alti con obbiettivo la mobilizzazione di anche e di arti inferiori in generale; successivamente si passa a curare la rapidità degli appoggi in una serie di passaggi ad alta velocità e con modalità varie sugli over.
2° blocco: quella che io chiamo fase offensiva generica è in realtà un ripasso di quelle che sono le nostre giocate base e le nostre regole di gioco, che noi curiamo ogni settimana indipendentemente dagli avversari che andiamo ad affrontare. Curiamo le uscite dalla circolazione di palla dei difensori e lo sviluppo attraverso centrocampisti centrali ed esterni ed i movimenti degli attaccanti. Non mi dilungo su queste situazioni in quanto mi porterebbero a sviluppare una tesi su un altro argomento. Svolgimento: due squadre contrapposte, una inizia sviluppando l’azione proposta dall’Allenatore e l’altra difende passivamente; alla conclusione dell’azione da parte di una squadra parte immediatamente la seconda squadra che sviluppa lo stesso tipo di azione, mentre la prima squadra cura di ricompattarsi velocemente.
3° blocco: quella che io chiamo fase offensiva specifica è invece rappresentata da una serie di situazioni che noi prepariamo appositamente per quella partita e per quegli avversari. Questa settimana prendiamo in considerazione alcune situazioni relative all’inizio dell’azione, al suo sviluppo e poi una particolarità sulle nostre ripartenze.
Per quanto riguarda l’inizio dell’azione, diamo l’input al nostro portiere di alternare uscite corte ad uscite lunghe. Nelle uscite corte abbiamo il problema di uscire dalla pressione dei loro tre attaccanti, ma notando la tendenza dei loro attaccanti esterni a seguire principalmente i difensori esterni avversari, secondo noi esiste la possibilità di sfruttare il 2:1 centrale; per tagliare fuori il loro attaccante centrale il nostro difensore centrale che per primo entra in possesso palla deve assumere l’iniziativa e puntarlo palla al piede. Sulla sua reazione scarica la palla sull’altro centrale, che prende campo e va a giocare vicino alla linea di metà campo – fig. 15 –, oppure manda a giocare il difensore esterno di parte se viene attaccato dall’attaccante esterno avversario di parte – fig. 16 –.

Le uscite lunghe sono state scelte in virtù di una considerazione sugli avversari. Avversari  che non sono particolarmente scadenti nel gioco aereo, ma mostrano lentezza con i centrocampisti nell’accorciare sulla linea difensiva una volta scavalcati dalla palla, per cui aprono uno spazio dove noi pensiamo di poter prendere rimbalzi. La zona di caduta palla è il nostro settore di centro sinistra. La prima punta all’attacco della palla, la seconda attacca lo spazio centrale e l’esterno di parte attacca lo spazio per vie esterne, questo in considerazione del fatto che il loro centrocampista esterno di destra sembra il meno attento nel seguire gli ingressi senza palla –   fig. 17   –   

Per quanto riguarda lo sviluppo dell’azione abbiamo già visto come cercare di prendere campo con il difensore centrale. Adesso facciamo vedere alla squadra come proseguire lo sviluppo, muovendo i centrali a “compasso”, alzando quello di parte ed abbassando alla ricezione quello di parte opposta e facendo muovere la seconda punta alle spalle del loro secondo centrale. Se questo attacca il nostro centrocampista si apre uno spazio di ricezione per la nostra seconda punta –   fig. 18   –,   se copre lo spazio si riceve con il centrocampista centrale –   fig. 19   –.   A questo punto si possono innescare tutte le nostre azioni già sviluppate nella fase offensiva generica. 


Anche per quanto riguarda le nostre ripartenze siamo partiti da considerazioni sugli avversari. Il loro difensore centrale è nettamente meno veloce del nostro attaccante centrale ed i due difensori esterni sono molto aggressivi sui movimenti degli attaccanti che vanno incontro alla palla, per cui decidiamo di far orientare la nostra seconda punta in direzione palla nel momento in cui sviluppano dentro la nostra metà campo e lasciamo la prima punta addosso al loro difensore centrale.   Sulla nostra riconquista di palla la seconda punta va incontro alla palla a portarsi via il difensore di parte e la prima punta va all’attacco dello spazio esterno con movimento a ‘mezzaluna’ per evitare il fuorigioco, in modo da creare un uno contro uno in velocità; la seconda punta e gli esterni, una volta partita la palla in verticale per la prima punta, partono ad attaccare lo spazio –   fig. 20   –   


Questo blocco di lavoro viene svolto con le due squadre che si alternano nei moduli e nei compiti; la squadra che difende in 3-4-3 rimane piuttosto passiva, ma accenna a movimenti che devono portare ad una scelta veloce da parte dell’altra squadra per quanto riguarda tutte le varie situazioni che stiamo provando.

4° blocco: in questo ultimo blocco andiamo a lavorare in situazione per cui andiamo in partita con una squadra nel 4-2-3-1 adattato per l’occasione e l’altra in 3-4-3. Per ricreare le situazioni provate nei primi 5 minuti il portiere ha l’obbligo dell’uscita lunga, poi per i successivi 5’ ha l’obbligo dell’uscita corta e negli ultimi 5’ al segnale dell’allenatore la squadra in 3-4-3 ha l’obbligo di passare palla agli avversari che così possono provare la ripartenza. Si conclude scambiando i compiti alle due squadre.
Al termine della seduta di allenamento Allenatore e Collaboratore preparano l’allenamento successivo per cui, in base a quello che hanno visto delle palle ferme degli avversari, decidono le disposizioni difensive nelle varie situazioni. In base alle disposizioni difensive degli avversari sulle palle ferme contro decidono quali schemi, di quelli a disposizione o di nuovi, far chiamare dalla squadra nelle varie situazioni di palla ferma.

Maurizio Sarri – Tratto dal sito della FIGC. Il prossimo capitolo sarà online domani.



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