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Il magistrato del calcioscommesse: “Le manipolazioni non si sono mai fermate”

Roberto Di  Martino, pm  di Cremona, è il magistrato del calcioscommesse, ha rilasciato un’intervista proprio sul caso calcioscommesse. Ecco le sue dichiarazioni rilasciate a La Stampa.

Che cosa vi aspettavate quando avete iniziato a indagare?
«Non certo quello che poi abbiamo scoperto. Era stato trovato tranquillante nell’urina dei calciatori della Cremonese. Poi le intercettazioni hanno svelato uno scenario inquietante».
Quale?
«Partite truccate, calciatori corrotti, dirigenti compiacenti e finanziatori con risorse immense. La manipolazione era un sistema industriale». Oggi è ancora così?
«Non lo so. Credo che ci sia stato un momento di calo, ma poi il calcioscommesse è ripartito. Il cancro non è estirpato».
E’ un calcio ben diverso da quello immaginato dai tifosi.
«Il tifoso vuole continuare a sognare, non accetta la realtà. I blog e i forum online traboccano di insulti contro di me. Il pallone è diventato come il wrestling: il gesto atletico è sempre apprezzabile, ma il contesto è poco limpido. Il rischio è che lo sport sia uno show artificiale». Ma le partite truccate sono una piccolissima parte.
«Non sono sicuro. Il numero di incontri interessati da manovre sospette è stato tale da convincermi che il fenomeno sia più diffuso di quanto percepito».
Lei ha interrogato tanti giocatori, a volte rei confessi. Che impressione ne ha ricavato?
«Molti non si rendevano conto del disvalore del gesto. Mi ripetevano: “A fine campionato ci si mette d’accordo, lo sanno tutti, non è così grave”». I capi d’imputazione si riferiscono a una sessantina di partite. 
«Sì, ma era la punta dell’iceberg. Poi ci siamo fermati».
Perché?
«Perché non avevamo personale di polizia sufficiente. Nelle intercettazioni venivano tirate in ballo centinaia di partite». È soddisfatto del lavoro svolto dalla giustizia sportiva?
«Non posso commentare. Ma dico che ho qualche perplessità sui risultati conclusivi».
Gli scandali continuano, dall’inchiesta «dirty soccer» a Catania.
«Le indagini confermano la mia convinzione: le manipolazioni non si sono mai fermate».

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