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Il male oscuro

Qualcuno che lo critica c’è ancora. O forse molto più di qualcuno. C’è chi gli contesta

di aver sbagliato qualche acquisto, chi lo accusa di non aver investito tutti gli introiti che il suo Napoli è stato bravo ad ottenere grazie alle conquiste del campo. Qualcun altro è infastidito dal suo fare da super-uomo o, magari, dalle sue sceneggiate cinematografiche prestate al mondo del calcio. Qualcun altro ancora non gli ha mai perdonato di non aver reso il Napoli, dopo nove anni di gestione, la squadra più forte al mondo. Colpa “imperdonabile”, aggiungeremo noi.  Eppure, il signor Aurelio De Laurentiis, in una città che sembra chiedergli la luna, è uno dei pochi, se non l’unico, a voler concretamente non solo far crescere il Calcio Napoli (intento perfettamente centrato), ma Napoli, la città di Napoli. Ed è proprio questa città così bella, teoricamente così vogliosa di crescere, di migliorarsi, di splendere, di scrollarsi di dosso retaggi culturali che la rendono inferiore al cospetto dell’Italia che conta, a mortificarsi con le sue stesse mani, vittima di questioni che ormai sembrano aver assunto davvero contorni incomprensibili. Ormai è chiaro, ma forse non è chiaro a tutti: a conclusione dei suoi nove anni di gestione della Società Sportiva Calcio Napoli, il Presidente Aurelio De Laurentiis, pensa di aver fatto ed ottenuto  il massimo, almeno in ambito finanziario. Ma il Presidente è ambizioso, vuole di più, vuole soddisfare la sua esigenza di migliorarsi e vuole accontentare i tifosi. Quale la strada? Lo ha ripetuto più volte: acquisire lo Stadio San Paolo, renderlo uno stadio fruibile sette giorni su sette, ricco di attività legate al calcio ma godibili anche a prescindere da esso. Ma contestualmente dare anche un contributo all’intero quartiere di Fuorigrotta riqualificando  l’intero piazzale che ospita lo Stadio San Paolo da sempre, Piazzale Tecchio. Tutto ciò consentirebbe l’innescarsi di tutta una serie di meccanismi commerciali che consentirebbero anche alla Napoli sportiva di fare quel definitivo salto di qualità che proietterebbe il Calcio napoli sul podio mondiale delle società di calcio. Uno scenario così affascinante da ottenere il rifiuto della società civile napoletana. Altrove (e non ci reputiamo esterofili), tutto sembra più semplice. Torino: in pochissimo tempo si è realizzato uno stadio stupendo, degno, e ci pesa dirlo, della società di cui è proprietario. Udine: Queste le parole del patron Giampaolo Pozzo, non più di qualche mese fa, dopo aver ottenuto dal comune di Udine la concessione dello stadio Friuli per 99 anni: “Con questa mossa vogliamo fare il salto di qualita’ per dare un valore aggiunto alla nostra società e per creare un senso di appartenenza dei giocatori al club. Necessitiamo di un impianto funzionale in grado di dare tutte le comodità ai nostri tifosi e spingere la squadra a caccia di successi sempre più importanti”. In pratica ciò che il Presidente del Napoli desidererebbe realizzare nel capoluogo partenopeo. Ma Napoli non è Udine. Non chiedeteci il perchè, non sapremmo rispondere. Tra Presidente De Laurentiis e Comue di Napoli (nella persona del Sindaco Luigi De Magistris), la partita di Ping Pong dura ormai da mesi, decisamente troppi. La questione rimbalza da incontro ad incontro, da scrivania in scrivania, da intoppo ad intoppo. la matassa non si scioglie. A dire il vero non si comprende nemmeno perchè essa si sia formata. A voler dar credito alle dichiarazioni pubbliche rese dai protagonisti di questa storia, lo Stadio San Paolo sarebbe pronto in pochi anni a diventare un fiore all’occhiello per tutta la città. A voler invece essere più realisti, ci sembra molto più probabile immaginare uno stadio privo di una ristrutturazione, un quartiere a cui viene negata una riqualificazione e, soprattutto, un Calcio Napoli privo di uno dei Presidenti più ambiziosi della sua storia.

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