Partiamo da una premessa, Il bilancio 2024-25 della S.S.C. Napoli si è chiuso con una perdita di 21,4 milioni di euro, segnando il primo deficit dopo due anni di utile, a causa della mancata partecipazione alla Champions League.
Nonostante la cifra negativa, la situazione patrimoniale rimane solida e il deficit è stato ripianato utilizzando le riserve volontarie per un totale di 216,6 milioni.
Come dicevamo i motivi della perdita sono stati generati:
Mancata qualificazione alla Champions League, che ha causato un calo dei ricavi, anche se la vittoria dello scudetto 2023 aveva generato un utile record di 79,7 milioni.
Il patrimonio netto al 30 giugno 2025 è stato rimpinguato attingendo alle riserve volontarie, che ammontano a 216,6 milioni di euro.
Naturalmente la partecipazione alla Champions League 2025/26 garantirà ricavi stimati in almeno 46 milioni di euro, contribuendo a migliorare i futuri bilanci.
In questo contesto, la SSC Napoli deve fare i conti con la stretta sull’indicatore di “costo del lavoro allargato” a partire dalla prossima sessione del mercato dei trasferimenti.
La Serie A si prepara a fare i conti con una stretta regolamentare imposta dalla FIGC, a partire dalla prossima sessione del mercato dei trasferimenti, in programma per il mese di gennaio del 2026.
Il riferimento è legato all’indicatore di “costo del lavoro allargato”, che rappresenta un parametro calcolato attraverso il rapporto tra il costo del lavoro Allargato (CLA) ed i ricavi (R).
Dopo ripetuti tentativi andati a vuoto di mantenere l’attuale soglia dell’80% per il 2026 (soglia che è stata invece portata al 70%), durante il Consiglio Federale di lunedì scorso il Dg dell’Atalanta, Umberto Marino, ha sostenuto la proposta della Serie A di escludere gli Under 23 dal calcolo del nuovo limite previsto per l’anno prossimo.
Una misura, questa, che avrebbe consentito al Napoli di non doversi preoccupare della situazione legata al bilancio 2024-2025 alleggerendo i propri ammortamenti (escludendo per esempio Hojlund).
Dai dati evidenziati, il club partenopeo è uno di quelli che rischia di dover fare i conti con un blocco del mercato. In totale, dovrebbero essere sei le società che si troverebbero in questa situazione:
* Napoli
* Atalanta
* Lazio
* Fiorentina
* Torino
* Genoa
La FIGC ha effettivamente accolto la richiesta, ma in modo differente da quanto auspicato dai club:
gli Under 23, sarebbero esclusi dal conteggio, ma solo quelli che possono essere utilizzabili eventualmente per la Nazionale italiana, e non gli stranieri.
L’obiettivo dichiarato è favorire i vivai, non alleggerire i conti delle società.
Nonostante questo intervento, i problemi restano.
Molti club rischiano ancora di dover ricorrere a plusvalenze già nel mercato invernale o, in alternativa, a nuovi apporti di capitale.
Entro il 30 novembre tutti i club dovranno trasmettere i bilanci riferiti alla situazione al 30 settembre, alla nuova Commissione, che li valuterà prima del passaggio finale in FIGC. Solo allora sarà chiaro il reale numero delle società interessate ad un eventuale provvedimento di blocco del mercato.
La vera preoccupazione della Serie A riguarda però ciò che accadrà dal 2026. Il Consiglio Federale ha approvato il nuovo schema del manuale delle licenze nazionali: dalla sessione estiva del 2026 (e con attenzione già dal mercato di gennaio) sarà obbligatorio rispettare i nuovi parametri UEFA sugli indicatori economici, pena il blocco del mercato.
La FIGC si è semplicemente adeguata alle direttive europee, ma la UEFA, a dicembre, potrà anche comminare sanzioni economiche ai club che avranno già superato i limiti previsti. In questo scenario, le società dovranno trovare un equilibrio reale e sostenibile, non solo formale.
Dott. Brando Direttore
Dottore Commercialista – Revisore dei Conti
vice Presidente Commissione Sport ODCEC di Napoli
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