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Il primo anno di applicazione del Fair Play Finanziario

A Dublino, in occasione del 12esimo workshop UEFA sulle licenze per club, si è analizzato il primo anno di controllo, per le finanze dei club, in base al principio del fair play finanziario.

 

Oltre a rivivere i principali eventi della stagione 2013/14, al workshop si è parlato di come far evolvere le licenze per club e il fair play finanziario e di come favorire un’ulteriore prosperità nel calcio dopo i buoni successi ottenuti dal 2003, anno di introduzione del sistema delle licenze per club.
L’evento annuale, che riunisce le 54 federazioni affiliate alla UEFA, quest’anno, ha visto hanno partecipare tre confederazioni paritarie alla UEFA: AFC, CAF e CONCACAF, portando le questioni legate al sistema delle licenze per club e al fair play finanziario su una dimensione non solo europea ma mondiale.

Circa 140 partecipanti sono stati accolti dal discorso di apertura del direttore generale della Federcalcio irlandese (FAI), John Delaney. A seguire, il presidente del Comitato Licenze per Club UEFA, David Gill, ha sottolineato l’importante ruolo delle federazioni nell’adottare le licenze ed il fair play finanziario, attraverso una buona collaborazione con i club, aggiungendo che un’amministrazione efficace e norme finanziarie rigorose saranno vantaggiose per tutti i portatori di interesse.
“I risultati ottenuti durante il primo anno di piena implementazione del fair play finanziario sono stati incoraggianti. La UEFA ha dimostrato di aver agito concretamente per combattere le eccessive spese da parte di alcuni club – ha commentato Gill -. Inoltre, i recenti dati confermano la diminuzione delle perdite nette complessive da parte dei club europei da 1,7 miliardi di euro a 0,8 miliardi di euro in due anni: questo dimostra che i club reagiscono e adattano le loro strategie alla nuova situazione. Il fair play finanziario fa ormai parte del panorama calcistico ed è molto importante che venga rispettato da tutti i club”.

Andrea Traverso, direttore dell’Unità licenze per club e fair play finanziario della UEFA, ha presentato una panoramica completa delle attività nella stagione 2013/14. Nel 2014, 562 squadre dei massimi campionati sono state sottoposte alle valutazioni, con la concessione della licenza UEFA a 453 di essi. A seguire, Traverso ha sintetizzato le prime valutazioni dei criteri di pareggio di bilancio: complessivamente, sei club non sono stati ammessi alle competizioni UEFA 2014/15 per motivi di licenza o fair play finanziario. Infine, ha dimostrato gli effetti positivi del fair play finanziario spiegando che i debiti non saldati sono scesi a soli 8 milioni di euro dai 57 milioni del 2010/11.
Brian Quinn, membro dell’Unità investigativa dell’Organo di controllo finanziario dei club (CFCB), ha parlato di un anno ricco di eventi per l’organismo, che si occupa di verificare la corretta applicazione delle norme sulle licenze e sul fair play finanziario della UEFA. Nella stagione 2013/14, l’organo di controllo ha valutato 237 club che partecipano alle competizioni UEFA.

Nella prima valutazione dei criteri del pareggio di bilancio, l’Unità di indagine ha richiesto ulteriori informazioni a 76 club. Dopo le numerose verifiche sono state indagate nove società, raggiungendo concordati in modo che si allineassero ai principi del fair play finanziario.
Un vivace dibattito ha riunito Javed Khan (Premier League inglese), Regina Coppinger (Federcalcio irlandese), Jan Peter Dogge (Federcalcio olandese, KNVB), Werner Möglich (Federcalcio tedesca, DFB) e Jonathan Roche (presidente della squadra irlandese dello Shamrock Rovers FC) per parlare dell’implementazione del fair play finanziario, della possibilità di applicare il pareggio di bilancio a livello nazionale, dei potenziali cambiamenti alle norme UEFA e dell’effetto di tali criteri sui club. I commenti del pubblico hanno dimostrato che, anche se potrebbero servire alcune modifiche, il fair play finanziario gode di ampio consenso e sembra aver avuto un impatto complessivamente positivo nel settore.

Un’altra accesa discussione ha riguardato temi di interesse per le federazioni durante la fase di concessione delle licenze e ha riunito Cesare Bisoni (presidente della Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche della Federazione Italiana Gioco Calcio, FIGC), Cristian Iliescu (presidente Federcalcio rumena, FRF), Nenad Santrač (direttore licenze della Federcalcio serba, FSS), Ivančica Sudac (vicepresidente del Comitato licenze per club UEFA) e Richard Fahey (direttore delle licenze per club della Federcalcio Irlandese).

La loro vasta esperienza ha offerto un dibattito stimolante su come migliorare i controlli a livello nazionale per risolvere il problema dei debiti non saldati dopo i trasferimenti internazionali. Inoltre, si è parlato delle recenti sentenze del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) in merito alle licenze per club a livello nazionale. In tali casi, sia i partecipanti al dibattito che il pubblico si sono detti favorevoli alla competenza degli organi arbitrali nazionali nel presentare appello contro le sentenze degli organi decisionali.

Un riesame delle norme sulle licenze per club e sul fair play finanziario della UEFA ha riguardato aree tecniche come il monitoraggio dei club. La continua evoluzione del sistema è stata evidenziata da un’indagine che ha confermato gli effetti positivi ottenuti da quando le norme sulle licenze per club hanno reso obbligatori i funzionari per le relazioni con i tifosi (SLO).
Uno studio ha dimostrato il grande successo e l’apprezzamento delle licenze per club, che si stanno diffondendo in tutto il mondo del calcio con l’implementazione in Africa, Asia e America centro-settentrionale.

Grazie ai memorandum d’intesa tra la UEFA e le altre confederazioni FIFA, il sistema di licenze permettono di condividere oltre 10 anni di esperienze e informazioni. I rappresentanti di FIFA, AFC, CAF e CONCACAF hanno infatti la possibilità di interagire per condividere le prassi ottimali con le federazioni affiliate alla UEFA, dimostrando che l’intera famiglia del calcio può trarre beneficio da una buona governance e dagli strumenti di sviluppo come le licenze per club e il fair play finanziario.

FONTE UEFA

 

 

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