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Jurgen Klopp: dalla Sudtribune al San Paolo?

Quello del tedesco è il profilo perfetto per continuare la crescita del Napoli. De Laurentiis lo sa… Rafa Benitez è ormai con le valigie pronte, molto probabilmente in direzione Real Madrid. Lo spagnolo ha contribuito alla maturazione della squadra pur avendo operato in un ambiente decisamente ostile sin dal suo arrivo nell’estate del 2013. Ora che la sua avventura al Napoli sta per finire è tempo di pensare ai candidati alla sua successione.

Jurgen Klopp, il Napoli e Aurelio De Laurentiis. Proprio nei giorni immediatamente precedenti all’arrivo di Benitez sulla panchina azzurra, De Laurentiis rivelò di aver contattato diversi allenatori, tra cui il tedesco: “Ho sentito tanti allenatori, perché ritengo importante conoscere bene la persona ancor prima che il professionista. L’aspetto umano va privilegiato. Ho parlato con Benitez ma ho anche sentito Villas Boas e Di Matteo, Pellegrini e pure Klopp, che però mi ha detto d’essere sotto contratto sino al 2016″Quando gli azzurri si sono trovati ad affrontare il Borussia Dortmund nel girone di Champions League, lo stesso allenatore tedesco ha rivelato di essere stato contattato dal Presidente del club partenopeo:”Tutto vero, il Napoli mi voleva. Per me giocare nello stadio di Maradona è un’emozione incredibile.” Klopp ha annunciato poche settimane fa di aver rassegnato le dimissioni da allenatore dei gialloneri. È naturale che De Laurentiis ora possa pensare a lui.

L’allenatore di Stoccarda è un “monogamo”, caratteristica che il patron romano elencò tra quelle che fecero ricadere la scelta su Benitez due estati fa. Nella sua carriera da calciatore, Klopp ha giocato per undici stagioni nel Mainz, prima da attaccante e poi da difensore centrale. Dopo il ritiro è diventato allenatore della squadra cui ha dedicato interamente la propria carriera da calciatore ed è rimasto lì per sette stagioni. Un’avventura intensa, fatta di qualificazioni in Coppa UEFA e retrocessioni, conclusasi nel 2008 quando è stato scelto dal Borussia Dortmund per sedere sulla panchina del Westfalenstadion. Così come accaduto durante il matrimonio precedente, arrivata la crisi del settimo anno con il Dortmund in difficoltà per gran parte di questa stagione, Klopp ha deciso di farsi da parte. Due Meisterschale, una Coppa di Germania con la finale di questa edizione da giocare e tre Supercoppe di Germania. Con lui in panchina il Dortmund è arrivato a un passo dal sogno Champions League, sfumato all’89’ a causa di un gol di Robben a Wembley nel 2013 al termine di una cavalcata indimenticabile che ha visto i gialloneri sbarazzarsi con relativa facilità del Real Madrid di Mourinho e Ronaldo. Forse quello è stato il momento più alto dell’avventura di Klopp nella Ruhr, certamente è stato quello che lo ha reso popolare agli occhi di gran parte dell’Europa calcistica.

Da quel momento Jurgen Klopp è diventato una sorta di ultimo baluardo per i romantici di questo sport in un calcio che ha nei suoi interpreti meri seguaci del dio denaro. La sua sagacia tattica, il suo carisma e la capacità di tirar fuori il meglio dai propri calciatori ne fanno un allenatore ambito dai migliori club europei. Klopp ha l’abilità di modellare come un demiurgo le proprie squadre che impongono ritmi di gioco elevati agli avversari, sono spietate in contropiede ed hanno il loro asso nella manica nel Gegenpressingossia il contro-pressing finalizzato al recupero del pallone subito dopo averlo perso. Per il Napoli tatticamente con lui non avverrebbe una rivoluzione, ma un’evoluzione con un 4-2-3-1 più dinamico e improntato a sfruttare la corsa di ogni suo interprete.

Oltre agli aspetti tattici, di lui colpiscono i modi di fare e lo stile. Un teutonico dal sangue caldissimo, perfettamente compatibile con la piazza napoletana, protagonista di corse sfrenate ai gol della propria squadra (l’ultima dopo aver battuto il Bayern in semifinale di Coppa di Germania, clicca qui per vederla) e partite vissute in maniera intensa, senza mai mancare di rispetto agli avversari.

In un’intervista al Guardian due anni fa, ha affermato di essere un grande estimatore di Arrigo Sacchi: “Prima di studiarlo pensavamo che se gli altri erano più forti, allora avremmo perso: poi abbiamo capito che con la tattica puoi battere chiunque” ed ha svelato un aneddoto che dice molto del suo modo di vedere il calcio, risalente alla prima stagione in Bundesliga del suo Mainz: “Portammo la squadra su un lago in Svezia, dove non c’era energia elettrica. Andammo lì per cinque giorni, senza cibo. Dovevamo pescarcelo. Gli altri preparatori dicevano: “ma non sarebbe meglio allenarci a giocare a calcio?”. No. Volevo che la squadra sentisse di poter sopravvivere a qualsiasi cosa. Il mio vice pensava che fossi un idiota. Mi chiese se potevamo allenarci. No. Se potevamo correre. No. Ma potevamo nuotare e pescare! Quando oggi mi capita di incontrare uno di quei calciatori, uno delle “forze speciali”, mi accorgo che di quei giorni sono in grado di raccontare tutto, dal primo all’ultimo minuto. Ogni notte in una c***o di tenda, con le radici sotto la schiena mentre dormi: sono cose che non dimentichi. Ci spostavamo di isola in isola. Il primo che arrivava doveva accendere un fuoco e mettere a bollire dell’acqua. Pioveva tutto il tempo. Smise di piovere solo per cinque ore e… [si dà uno schiaffo sulla guancia] una zanzara! Ma come diavolo vivono in Svezia? Per una volta c’è il sole e [si dà un altro schiaffo sulla guancia] arrivano le zanzare! Ma è stato fantastico. Eravamo come Braveheart. Arrivammo in Bundesliga e tutti trovavano incredibile quanto fossimo forti”.

La piazza di Napoli esalterebbe al meglio le qualità di Klopp e con lui si potrebbe iniziare un altro ciclo senza ridimensionare le ambizioni del club dopo l’addio di un fuoriclasse come Rafa Benitez. La palla passa a De Laurentiis, l’interesse per Klopp c’è sicuramente visto quanto accaduto nel 2013. Vederlo sedere sulla panchina del San Paolo sarebbe il modo migliore per guardare avanti con fiducia.

Il prossimo profilo che troverete sulle pagine di 100x100napoli sarà quello di Sinisa Mihajlovic che precederà quello di tutti gli altri candidati alla panchina azzurra.

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