A CBS Sports Golazo, Scott McTominay ha raccontato se stesso dal passato
Manchester United
“Nel mio ultimo anno a Manchester ho segnato dieci gol e abbiamo vinto una coppa. Non si può dire che non stessi facendo bene”.
Su Marcus Rashford, McTominay ha chiarito:
“È sempre stato un grande giocatore e una leggenda del club. Quando giochi allo United sei sotto una lente d’ingrandimento continua e tutto sembra amplificato. Ma lì i minuti te li devi guadagnare, come ha fatto Bruno Fernandes”.
Secondo McTominay, cambiare ambiente può aiutare, ma non è una regola universale:
“Dipende dalla persona. Dare sempre la colpa al club è troppo facile. A Manchester mi hanno dato tutto: nutrizione, allenamenti, supporto tattico. Le condizioni per avere successo c’erano”. La chiave resta la fiducia: “Se giochi sempre, segni e senti parlare bene di te, tutto diventa più naturale”.
Italia: “Il mio italiano non è perfetto, ma ci provo. Riesco a dire qualche frase dopo le partite”. McTominay ha raccontato di aver studiato con app e costanza quotidiana: “365 giorni di Duolingo, poi sono passato a un’altra applicazione. Preferisco studiare quando voglio”.
Indimenticabile l’episodio con un giardiniere: “Abbiamo parlato 25 minuti solo in italiano, dopo lo Scudetto”.
Sugli ultimi 18 mesi vissuti a Napoli:
“Scudetto, miglior giocatore della Serie A, la Scozia di nuovo al Mondiale. È enorme, ma non mi sento arrivato. Anzi, ora sono ancora più esigente con me stesso. Difendere il successo è più difficile che ottenerlo, ma l’obiettivo è continuare a crescere”.
La vita a Napoli?
“Surreale. L’amore dei tifosi è incredibile, ma la mia routine è semplice. Qui però si mangia meglio e il clima aiuta”.
Disciplina
“Sono ossessionato dal recupero. Bagni di ghiaccio, luce rossa, camera fredda. Voglio giocare altri dieci anni”.
Antonio Conte:
“Lo adoro. È passione pura, tatticamente straordinario. Non ho bisogno di carezze, ma di qualcuno che mi spinga sempre”.
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