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Obiettivi ancora perseguibili, ma urge chiarezza

Lo sport prevede dei vincitori e degli sconfitti. Il Napoli, questa volta, veste i panni degli ultimi. Una semifinale di Europa League spalmata su 180 minuti, novanta giocati tra le mura amiche, i restanti novanta duemilacinquecento chilometri lontano da casa.
180 minuti conditi di errori arbitrali gravi, e soprattutto a favore di una sola squadra, il Dnipro. Ma soprattutto un doppio confronto nel quale il Napoli non ha mai brillato, pienamente, della luce di cui dispone.
Se si vuol crescere, bisogna ripartire da qui. Bene ha fatto, nel post gara, Rafa Benitez a concentrare l’attenzione su quanto non si sia riusciti a fare in campo, piuttosto che a recriminare per errori arbitrali, seppur di una certa gravita’. Gli azzurri hanno fallito l’appuntamento con la storia, inutile negarlo.
Il Dnipro, alla vigilia, non era affatto considerato un ostacolo insormontabile, ed in effetti, non lo era.
La delusione e’ tanta, l’amarezza pure.
Ma le considerazioni, adesso, devono andare in una sola direzione, quella della critica oggettiva e costruttuva, piuttosto che su quella del sovraffollamento delle stanze che fanno da anticamera al patibolo.
Comunque vada questa stagione (ricordiamo che il terzo posto e quindi la qualificazione ai preliminari di Champions League sarebbe ancora possibile), il Napoli deve crescere, perche’ i fatti hanno gia’ dimostrato che rispetto alla passata stagione, non lo ha fatto.
Tante le motivazioni che possono essere alla base di questo stallo, non ultima, forse, la querelle legata alla permanenza sempre piu improbabile di Rafa Benitez a Napoli.
In ogni caso, ai ripari bisogna correre subito, individuando le cause della frenata, e soprattutto invitando la societa’ ad esternare programmi chiari per evitare inutili e dannosi fraintendimenti. Il Napoli deve migliorarsi e crescere.
Ma in questo momento di sconforto, invitiamo anche la piazza a farlo, lasciandosi assuefare pienamente dal senso dello sport: metabolizzare ed  accettare la sconfitta, deve essere il compito dei tifosi.
Ma anche avere risposte chiare da una societa’ che in questa stagione e’ troppe volte incampata nei suoi stessi piedi.

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