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Zuniga, il “malato immaginario”?

Corre, dribbla, scatta, suda, esulta, si rammarica. Insomma, palesa tutte le caratteristiche e le sembianze di un comune giocatore di calcio.

Camillo Zuniga, svestito l’ipocondriaco e presumibilmente iettatorio azzurro del Napoli, è rinato con la casacca giallo-ocra della Colombia.
Le avvisaglie di questo miracoloso effetto-casacca, a dire il vero, si erano manifestate già durante lo scorso campionato di serie A, durante il quale, il vispo esterno azzurro passava dall’infermeria di Castelvolturno ai terreni di gioco su cui era impegnata la sua Colombia con la stessa frequenza con cui passano i treni nella metropolitana di Londra.
Dai terreni di gioco della Copa America, che sta allietando gli appassionati di calcio in questi giorni avari di pallone, l’ennesima conferma. Il miracolo sussiste: quello che scorazza sulla corsia destra della Colombia, è proprio lui.

In questa storia, bugia e verità, mistero e realtà, si fondono in un saldo impenetrabile blocco, all’interno del quale risulta difficilissimo intrufolarsi.

Senza alcun dubbio, ci si trova dinanzi ad un fatto imbarazzante.

Ed il rossore, è sul volto del ciuccio, incapace di gestire la situazione in maniera tale da renderla limpida, trasparente, leggibile. Un marasma di confusione si è infiltrato nella fessura del silenzio, fino a diffondere nell’ambiente-Napoli un incomprensibile, imbarazzante e deprezzante ventaglio interpretativo.

Ci si trova dunque dinanzi al “malato immaginario“?

Il tema centrale della commedia è dunque quello del malato immaginario e della mania ipocondriaca del personaggio stesso, nonché dell’incapacità dei medici che non hanno saputo trovare una soluzione al malessere generale imperante del malato ipocondriaco?

Certo che no, rispettiamo la più grande opera teatrale di Molière evitando di sottrarle la titolazione.

La verità è che Camillo Zuniga soffre di un problema all’articolazione del ginocchio, all’interno della quale gli esami hanno evidenziato un “vuoto” di cartilagine che lo costringe allo stop forzato a cadenza settimanale o mensile. La cura di staminali cui si è sottoposto ultimamente, ne hanno migliorato le condizioni, ma non garantito la longevità dell’efficienza.

Ad oggi, le bocche societarie sono ancora cucite. L’ambiente tutto auspica un definitivo chiarimento sulla faccenda. Ma la soluzione, potrebbe essere più semplice di quanto ognuno di noi possa immaginare: basterà forse attendere la presentazione ufficiale delle casacche del Napoli stagione 2015/2016 e scoprire che quella da trasferta è di color giallo ocra. 

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