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Hamsik: “Milik ci manca, Zielinski è un talento. Futuro? Non ho ragioni per cambiare”

Dal ritiro della Nazionale, Marek Hamsik ha rilasciato alcune dichiarazioni.

Il centrocampista azzurro ha parlato alla stampa polacca.

Tra i compagni nuovi ci sono Milik e Zielinski, due polacchi: “La lingua più parlata è l’italiano ma e Piotr e Arkadiusz dicono qualcosa in polacco riesco a capirli, bene o male le nostre lingue si somigliano. Si sono ambientati bene a Napoli, non c’è stato bisogno del mio aiuto. Sono ragazzi giovani ed hanno già esperienza. Piotr gioca in Italia già da tempo, mentre Arkadiusz ha dimostrato subito di essere un grande campione segnando sia in campionato che in Champions League. Convincere i tifosi era facile ma lui ci è riuscito. Era difficile perché Higuain era andato via e non aveva molto tempo, doveva puntare subito la porta e fare gol. La cessione di Higuain ha portato 90 milioni e tutti si aspettavano l’acquisto di un grande attaccante, la scelta della società è ricaduta su Milik che ha fatto capire subito che la scelta di De Laurentiis e della società è stata quella giusta.

Se già conoscevo Milik? Si, sapevo aveva segnato molti gol con l’Ajax, che era in Nazionale e che aveva buoni risultati. Non sapevo come si sarebbe ambientato anche perché tra il campionato italiano e quello olandese c’è molta differenza, però lui ha dia dimostrato di non avere problemi, lo hanno visto tutti. Ora è infortunato e ci manca molto, e non lo dico perché parlo con un giornalista polacco. 

Potevamo conseguire risultati migliori se sotto porta fossimo stati più efficaci, abbiamo creato tanto ma concretizzato poco. Questo conferma che Milik ci serve eccome, spero possa tornare presto in campo.

Zielinski? E’ un grande talento e già l’anno scorso all’Empoli lo ha dimostrato segnando anche 5 gol. Sono attento perché mi piace il calcio e faccio attenzione ai giocatori di talento. Piotr è u giocatore moderno, rapido e non ha paura di lottare e prendersi rischi, nonostante la giovane età è un giocatore di classe. 

Cosa consiglierei ai ragazzi giovani polacchi e slovacchi? Nulla di particolare. Io e Piotr abbiamo gestite le nostre vite in modo diverso, capisco se qualcuno prende strade diverse: si può fare esperienza allo Slovan Bratislava  al Legia Varsavia prima di andare in altre squadre competitive. Una cosa è certa che se un giocatore di talento vuole crescere deve andare all’estero. Quando io sono andato via non avevo paura, anzi l’ho considerata una grande opportunità. Credo che mi abbiamo aiutato molto il duro lavoro e l’approccio. E dove sono ora dimostra che è stata la scelta migliore.

Futuro? Non lo posso pianificare adesso. Brescia lo scelsi per come lavorava con i giovani e l’obiettivo era arrivare in prima squadra, il trasferimento l’ho pensato dopo. Napoli era molto differente, era appena salito in Serie A ed ora sono otto anni che giochiamo in Europa e a fine campionato siamo sempre in alto. Il Napoli è un grande club e non trovo ragioni per cambiare qualcosa.

Io come Nedved? Non mi precludo nulla ma sono uno slovacco, penso che a fine carriera potrei tornare nella mia terra d’origine, è la mia casa”.

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