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Abbonamenti e rimborsi: possibili le class action

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Cds – Abbonamenti e rimborsi: possibili le class action. Codacons già si è mossa. Ecco un estratto del pezzo del Corriere dello Sport.

 

Codacons, intanto, si è già mossa. «Innanzitutto, io mi aspetto che il Governo non possa fare spallucce davanti richiami della Ue e dell’ Authority: qualcosa dovrà essere corretto in quel Decreto – conclude Donzelli -. Per il resto, stiamo raccogliendo le segnalazioni dei consumatori. Ne arrivano di tutti i generi e in continuazione. Le prime lettere di contestazione sono già partite. Abbiamo un elenco di nominativi, più avanti valuteremo come procedere. Nel senso che ognuno potrà andare avanti per conto proprio, ma non sono da escludere class action. Tanto più che le cifre in gioco sono considerevoli. Basti pensare a quanto ha speso una famiglia che ha sottoscritto un abbonamento per 2 o 3 persone…». in Senato al Ministro Spadafora, avevamo espresso il nostro forte convincimento che, dati alla mano, dal punto di vista sanitario fosse possibile riprendere il campionato di serie A sia pure con tutti gli accorgimenti del caso. In quella occasione, avevamo anche insistito affi nché le condizioni dettate dal Governo non fossero tali da rendere impossibile il loro rispetto. Alla fine è arrivato il via libera del Ministro e anche le istituzioni sportive, a cui a nostro avviso spettava la decisione defi nitiva, hanno dato l’ ok e stabilito il calendario. Partire subito con la Coppa Italia è forse un azzardo sportivo ma va bene lo stesso. Quello che invece mi sembra il punto da aff rontare è la questione delle partite a porte chiuse. E’ pacifico che il calcio solo televisivo, senza pubblico, senza tifosi, senza cori perde in buona parte la sua natura e il suo fascino. Finché il rischio del contagio è rimasto alto nessuno ha messo in discussione che non si potesse giocare a spalti pieni. Ma la curva attuale del Covid-19, dal Nord al Sud, è ormai in fase fortemente decrescente. Persino in Lombardia da settimane ci dicono, non vi è più alcun ricovero in terapia intensiva e ieri, in tutto il Lazio si sono registrati solo 5 nuovi contagi (sembra non gravi). Quel che più conta è che dal 15 giugno è prevista la riapertura, al chiuso, a posti ridotti, di cinema e teatri. Non si capisce quale sia la ragione per cui, invece negli stadi, che sono all’ aperto, non si possa accedere sia pure a numero limitato. Proporrò con una interrogazione parlamentare che si autorizzi l’ accesso limitatamente al 33% dei posti a sedere negli stadi di serie A iniziando principalmente con gli abbonati e assicurandosi che vi sia per ogni spettatore un posto vuoto sia a destra che a sinistra. Sarà poi l’ evoluzione generale della situazione sanitaria a consentire ulteriori presenze o, nella peggiore delle ipotesi, a farci ricredere. Caro direttore, Sono certo che le posizioni a favore di questa richiesta di realismo e di buon senso si moltiplicheranno. Come si potrebbe altrimenti spiegare il via libera a cinema e teatri al chiuso e il totale lockdown per gli stadi? Ignazio La Russa.

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