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Agroppi: “Spalletti? Lo chiamo il prete perché parla sottovoce, è un allenatore di esperienza. Tra Spalletti è Totti? Vi svelo un aneddoto…“

spalletti

Nell’edizione odierna di ‘Repubblica’, è intervenuto l’ex allenatore Aldo Agroppi.

“La vita del mister è bella se vinci, ma se perdi diventa tutto difficile. Provo a reagire, ma il mio è un male che non si può guarire. Il mondo del pallone non mi ha aiutato. I calciatori, nella maggior parte dei casi, sono ignoranti e analfabeti. Spesso, invece di darti una mano, formano una cricca per metterti in difficoltà.

Avevo la polizia sotto casa, mia moglie non poteva andare a fare la spesa e i miei figli a scuola. Ma nella mia vita ho sempre fatto la guerra ai servi e ai leccaculo. E non ho rimpianti”.

Diciamo che il calcio in questi trent’anni è cambiato.

“In peggio, però. C’è poca qualità, i procuratori comandano e gli allenatori fanno i fenomeni. Vanno in panchina con la cartella, il computer, hanno staff di quindici persone, hanno pure lo psicologo. Altro che psicologo, per certi allenatori ci vorrebbe lo psichiatra. Ho sempre pensato che un allenatore può incidere al 20 per cento, il resto lo fanno la società e i giocatori. E’ per questo che il prete vince”.

Il prete?

“Sì, io Spalletti lo chiamo così perché parla sottovoce. È un allenatore di esperienza, ma può contare su una squadra di qualità e un presidente che è sempre presente. Ci sono le condizioni giuste per vincere. Però…”

Poi svela un aneddoto Spalletti-Totti

“Spalletti allenava la Roma, non faceva giocare Totti e il pubblico lo contestava. Ricordo che in una partita, a tre minuti dalla fine, fece cenno al suo secondo di chiamare un giocatore dal riscaldamento. Il suo secondo è un bravo ragazzo, ma ha fatto una carriera da calciatore modesta. Si alza dalla panchina con in mano un bloccone di duecento pagine, e va a chiamare Totti. Si avvicina, apre il blocco e gli spiega i movimenti. Ora io dico, sei davanti a Totti, uno che ha giocato più di te, che è stato in Nazionale, e che è uno dei più forti giocatori italiani e gli devi spiegare cosa fare? Lo trovo offensivo. Ma questo è il calcio di oggi, devi far vedere che sei organizzato, che hai tutto sotto controllo. Il calcio oggi è una roba da ridere”.

 

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