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Allegri: “Non so ancora niente del mio futuro. Quello che è accaduto in Europa deve farci riflettere”

Allegri napoli

Massimiliano Allegri, dopo un anno e mezzo di assenza, è tornato a parlare questa sera a Sky Calcio Club.

La prima domanda fatta è stata quella sul suo futuro, dato che si parlava di un suo approdo a Napoli o a Roma. Questa la sua risposta:

Non so ancora niente del mio futuro da allenatore, non lo so.”

Poi Allegri prosegue parlando in generale del momento del calcio italiano e di tanto altro:

Sul momento del calcio italiano in Europa

Quanto accaduto in Europa deve farci riflettere, serve equilibrio. Servirebbe mettere al centro il giocatore e lavorarci. La tattica serve, ma ce la mettiamo in Europa quando affrontiamo i giocatori che la passano a 100 km/h.

Da persone intelligenti dobbiamo porci delle domande. La prima è quella di lavorare con i settori giovanili, sulla tattica; a me dispiace dirlo, ma per me i giocatori sono diventati uno strumento per far dire che un allenatore è bravo. Io sono del parere che un allenatore è bravo quando vince.

Io mi emoziono a vedere giocatori come Ronaldinho o come Pepe, del Porto, contro la Juventus. Pepe ha fatto due interventi di lettura e mi emoziona. I giocatori di Porto e Borussia Dortmund non sono più bravi di quelli di Juventus e Inter; per me bisogna tornare un po’ all’A, B, C. Si fa la costruzione da dietro? Si deve insegnare quando è il momento di farla e quando no. Mi dispiace che la Juventus abbia perso, ma bisogna dare merito al Benevento. Il Benevento ha fatto una partita importante e veniva da un match contro la Fiorentina dove non erano nella condizione ideale. Pippo è stato molto bravo a preparare la partita.”

Allegri sulla separazione con la Juventus

“Ci sono stato 5 anni alla Juventus, era arrivato il momento naturale di dividersi ed è stato giusto. Io credo che ci sia stato una diversità di vedute, non sul gioco; credo che dopo cinque anni è difficile trasmettere sempre le stesse motivazioni e questo credo sia stato uno dei motivi per cui hanno deciso di cambiare l’allenatore. Quel finale di stagione, nel mio ultimo anno, è stato il finale logico.”

Sui giocatori, sul suo rientro e sulle partite che si giocano ora

“Io sono molto legato alla Juventus, come lo sono al Milan ed al Cagliari. Non so, è impossibile per me dire se tornassi o no alla Juventus in futuro. Io ho avuto la fortuna di allenare giocatori straordinari (Cristiano Ronaldo, Ibrahimovic ecc.) e l’importante è il rispetto. Se tu lo dai a loro, loro lo danno a te. La gestione delle risorse umane fa la differenza.

Tre anni fa ho detto no al Real Madrid ma a giugno voglio rientrare, ho voglia e mi diverto. Mi manca vedere i gesti tecnici dei giocatori. Il grande giocatore vuole giocare uomo contro uomo perché vuole dimostrare di essere più forte. Per me non c’è un dogma perché tutte le situazioni sono diverse l’una dall’altra.

Vince chi ha la miglior difesa. In finale contro il Real Madrid abbiamo perso perché abbiamo difeso peggio di loro, dato che la partita era in equilibrio. Non so cosa manca alla Juventus, per la Champions League bisogna arrivare al momento giusto.”

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