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Ancelotti, tecnico per nulla sistematico e sfrutta le qualità individuali dei giocatori

Sembra che il destino della panchina azzurra possa essere affidato a Carlo Ancelotti.

 

Il curriculum del tecnico è di tutto rispetto, per non parlare dei palmares. Una vita fatta di vittorie, sconfitte e coppe alzate ma di quelle che contano.

CARRIERA
8 club allenati, 4 campioni vinti, 7 coppe nazionali, 3 Champions League, 3 Supercoppe Uefa, 2 mondiale per club, 59,20% percentuale di vittoria.

Un approdo a Napoli sarebbe l’apoteosi, ma arrivando Ancelotti la squadra inevitabilmente subirà un cambio nel gioco anche se il modulo è lo stesso usato da Sarri: 4-3-3 anche se Ancelotti è solito fare cambi a gara in corso. Ancelotti prima di curare l’aspetto tecnico, cura quello umano. Non a caso ha scritto una autobiografia dove lui stesso si definisce un “Leader Calmo” (LEGGI QUI).

Sul campo è duttile, non si tira dietro quando si tratta di cambiare tattica. Il modulo usato da Ancelotti è il 4-3-3 che viene cambiato in 4-2-3-1 in base alle esigenze, cambia spesso moduli: insomma non è sistematico, preferisce sempre nuove soluzioni che lo portano ad avere la superiorità numerica.
Con il suo modulo i terzini cambiano gioco e sono offensivi quando di tratta di essere larghi, questi poi vengono serviti dalle mezzali. Gli esterni hanno una buona fase realizzativa e producono assist, in più cercano di partire dal centro. Caratteristica, forse, poco sviluppata negli esterni azzurri.

Il gioco di Ancelotti predilige un trequartista. In più cerca il pressing sull’uomo e sfrutta tutto il campo. Con il 4-2-3-1 i due centrocampisti offensivi arretrano alle spalle della punta. Per quanto riguarda il regista e e due mediani: uno dovrà essere bravo a recuperare palla, gli altri due molto tecnici.

Carlo Ancelotti non ama i numeri, sposta i giocatori dove pensa che siano più utili, un esempio lo è stato Seedorf, cercando così di sfruttare le loro qualità individuali.

Altro modulo usato da Ancelotti, al PSG e al Real Madrid, è stato il 4-4-2. Qui il centrocampo deve essere di forza e fare molto pressing e avere grande copertura sulle linee di passaggio.

 

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