Rassegna Stampa

Antonio Corbo: “Sarri sibillino ma gran professionista, si sentiva napoletano ma viveva lontano dalla città”

Antonio corbo

Nel suo editoriale che è possibile leggere in versione integrale su “Repubblica” oggi in edicola, Antonio Corbo parla del passaggio di Sarri alla Juventus.

Questi alcuni passaggi del pensiero di Corbo:

“Essere sibillino è lo stile della sua vita, tacere e far capire chissà cosa, i suoi silenzi erano tradotti come grugniti contro De Laurentiis, non li chiariva mai, forse gli piaceva che i tifosi pensassero peggio delle parole mai dette. Tifosi fieri a loro volta di Sarri, sedicente di sinistra, insofferente al padrone, «Sarri uno di noi».

Mai giudizi sulla squadra né richieste di acquisti. Passava così il dogma che a vincere fosse il possesso palla
mica i giocatori, «mai rinvio lungo del portiere o contropiede, piuttosto torno in banca».

La Juve falliti i contatti con Guardiola, Klopp e Pochettino punta su Sarri, quarta scelta, comunque un sosia di Guardiola nel gioco, quanto basta per sostituire l’Allegri dei cinque scudetti mai amato dai tifosi, perché non dà spettacolo. 

Dalle 15,09 i tifosi del Napoli sono però sconcertati. Già Higuain si consegnò alla Juve dopo la struggente scena del 31 maggio 2015, lui che segna il 36esimo gol, record dopo 64 anni in Italia, lui che travolge Sarri nell’abbraccio, lui che canta e piange sotto la curva B quella sera, chi la dimentica? Era d’accordo anche Sarri («Mi sento come un padre tradito») ma lo trascina un anno dopo a Londra, e ora a Torino. Sarri e Higuain con la Juve, chi
l’avrebbe detto? Nelle contraddizioni, Sarri il sibillino s’impiglia spesso. 

Implora l’agente Ramadani per cercargli un posto in Premier. Motivo? «Voglio diventare ricco, lo devo alla mia famiglia, le ho tolto tanto per il calcio».

Si sentiva napoletano, «mio padre operaio dell’Ilva», ma una sola volta è andato a Bagnoli per rivedere la vecchia casa, e di notte. Viveva lontano dalla città e vicino ai campi di Castel Volturno.

Giurava eterno amore. «Non resto perché non sono sicuro di dare tutto a questi tifosi che amo», allude a fatturati stretti e mercato avaro.

Contano ambizioni, successi, soldi. Il calcio è professione. Rassegnatevi. Va rispettata anche la scelta di Sarri. Sibillino, ma gran professionista”.

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