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Arrivederci Dimaro: dal lavoro di Spalletti agli interrogativi che il Napoli si porta a Castel Volturno

spalletti dimaro

Terminato il ritiro si prova a tracciare i primi bilanci sul lavoro svolto dagli azzurri a Dimaro-Folgarida.

Il lavoro di Spalletti. Basato sia sui reparti che sui singoli.

Il nuovo tecnico ha puntato molto sull’intensità nelle partitine a tema giocate sempre a uno o al massimo due tocchi e con il pressing alto ‘feroce’. Esercitazioni sul giro palla con rapide verticalizzazioni e sulla partenza della manovra del basso con tre varianti:

  1. scambio palla tra i quattro difensori;
  2. impostazione a 3+1 con tre difensori e un centrocampista che viene incontro mentre un esterno di difesa sale;
  3. verticalizzazione immediata su Osimhen.

Provata la fase offensiva soprattutto nell’attacco della profondità con lo scatto dell’attaccante sul lancio del centrocampista con particolare attenzione ai tempi di giocata per evitare il fuorigioco.

La fase difensiva ha visto invece un’attenzione quasi maniacale sul posizionamento dei calciatori sia a palla in gioco che sui calci piazzati, sulla loro postura e sulla scappata all’indietro con tre varianti:

  1. scappata all’indietro di tutta la linea;
  2. solo di tre difensori con un centrale che esce in pressing sull’attaccante;
  3. tre difensori e un esterno che esce in pressing sulla fascia.

Allenamenti specifici anche sulla veloce ripartenza dopo la riconquista della palla che ha coinvolto anche i portieri.

Gli estremi difensori si sono allenati con due porticine da centrare sul rilancio con le mani appena bloccato il pallone. La variante prevedeva che uno degli altri portiere andava a coprire una delle due porticine e il portiere con il rilancio doveva centrare quella lasciata libera.

Per i portieri anche un allenamento a calcio-tennis per migliorare il controllo palla con i piedi.

Alcuni dei calciatori di movimento, ad esempio Osimhen, hanno fatto anche allenamenti specifici sulla tecnica individuale.

Gli aspetti positivi del ritiro.

  • una ritrovata armonia di gruppo;
  • la vivacità di Elmas nel ruolo di trequartista;
  • l’investitura di Koulibaly a leader della difesa;
  • la condizione fisica di Lobotka;
  • la sorpresa Zanoli (potrebbe anche essere preferito a Malcuit nel ruolo di vice Di Lorenzo);
  • Osimhen alla Cavani sui calci d’angolo, in copertura al centro dell’area, e pronto a ripartire in contropiede;
  • l’esplosività e la concentrazione del portiere Contini.

Gli aspetti negativi.

  • l’infortunio di Demme;
  • la fragilità fisica di Manolas e Malcuit;
  • l’ottimo lavoro svolto purtroppo con tanti calciatori che difficilmente faranno parte del Napoli (i portieri Boietti e Boffelli, uno tra Zanoli e Malcuit, Costa, Zedadka, Palmiero, Folorunsho, Gaetano, Machach, Tutino, Ciciretti) e altri che sono ancora in dubbio (Mario Rui, Ounas e forse Petagna).

Le domande in attesa di risposta.

  • Contini ha dimostrato di essere un valido portiere: può essere il vice-Meret o il vice-Ospina?
  • Luperto può essere il quarto centrale che diventerebbe addirittura il terzo nel mese tra gennaio e febbraio che vedrà Koulibaly impegnato in Coppa d’Africa?
  • Con l’infortunio di Demme ora sarà necessario comprare non più uno ma due centrocampisti oppure si intende promuovere uno tra Gaetano e Folorunsho?
  • Ounas può tornare utile a Spalletti nel ruolo di vice Insigne in attesa del pieno recupero di Mertens e Lozano?
  • Petagna è la vera alternativa per sostituire Osimhen quando partirà per la Coppa d’Africa o può essere utile per monetizzare e investire quindi su un nuovo profilo?
  • La coppia Mario Rui-Ghoulam dopo l’infortunio di Demme che potrebbe dirottare risorse economiche importanti sull’acquisto di un centrocampista sarà ancora la coppia di esterni difensivi di sinistra del Napoli?

Spalletti ha qualche giorno per riflettere prima delle risposte definitive che darà il ritiro a Castel di Sangro.

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