Serie A

Atalanta, Gasperini: “Non ho mandato via Gomez. Se resto a Bergamo? Se non mi cacciano…”

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Gian Piero Gasperini, tecnico dell’Atalanta, ha rilasciato alcune dichiarazioni, ai microfoni di Radio Deejay, sulla stagione in corso.

“In un giocatore preferisco sia l’aspetto tecnico che mentale. Hateboer? Lunedì dovrebbe togliere il tutore che ha, ma ci vorranno almeno altri venti giorni per riaverlo. Miranchuk titolare? Speriamo possa succedere presto, ma sta giocando e arriva da un altro campionato.

Tenere lo 0-0 a Madrid? L’obiettivo era restare in partita almeno nel primo tempo e poi rischiare un po’ di più, era comunque difficile. Ci stavamo riuscendo bene. Dire che l’Atalanta fosse favorita era un po’ troppo. Il Real Madrid delle ultime partite lasciava un po’ desiderate, ma poi quando sono arrivati i momenti decisivi è cambiato tutto

Un quinquennale alla Juve?No, un quinquennale è troppo lungo (ride, ndr). Fuori da Bergamo i giocatori rendono meno? No, mi sembrano tutti giocatori forti. Ad esempio Kessié. Anche Mancini alla Roma, ce ne sono tanti altri. Gagliardini non è esploso così, ma anche lo stesso Barrow. Il cambio di Gollini? Stavamo prendendo qualche gol di troppo rispetto alle occasioni che subivamo, c’era bisogno di un po’ di cambiamento per poi ripartire al meglio.

L’anno prossimo resto a Bergamo? Se non mi cacciano, vediamo (ride, ndr). Dieci partite sono tante. Papu Gomez? Non l’ho mandato io. Sarò sempre grato per tutto quello che abbiamo fatto in questi anni. L’Atalanta ha la sua identità e gioca sui suoi ritmi, ma in Italia non ci siamo solo noi. Forse ci danno fastidio le interruzioni. Ci piace quando ci lasciano giocare, le interruzioni ci danno fastidio. Pirlo? Ho pensato che la società nei confronti dell’ex giocatore e della persona avesse una fiducia smisurata. Magari hanno l’idea che possa diventare un grande allenatore. Il fatto di conoscenze aiuta, ma l’allenatore è tutto un altro mestiere, ti devi formare. Lo puoi fare in tanti modi, magari partendo dalla Juventus.

Io ho fatto tutti gli scalini, sono partito dalle giovanili. Io credo di essere cresciuto sempre, sin da Crotone. Ma anche con i ragazzini, sperimentavo metodologie anche adesso. Ricordo un Genoa–Juventus dove avevo Burdisso e De Maio in difesa e ho giocato con la superiorità numerica da dietro, abbiamo retto una partita fantastica. Di lì siamo partiti ad alzare l’asticella. Anche quando ho cambiato molto contro il Crotone, lì è stato un passo fondamentale per crescere”.

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