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Bellinazzo: “Ecco l’impatto economico della Champions. Senza stadi di proprietà, impossibile colmare il gap con le big europee. “

Bellinazzo esperto di economia sportiva

Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore, ha parlato ai microfoni di Sky Sport dell’impatto economico della Champions League e di quello che avrà nel prossimo futuro.

 

 

“Nello scorso triennio il montepremi per le 32 squadre qualificate ai gironi di Champions era di un miliardo e due, ora siamo passati ad un miliardo e nove. Questo significa che ai club va dal 20 al 30% in più rispetto agli anni scorsi. Pensiamo alla Juve, anche quando ha perso le sue finali ha vinto economicamente perché ha fatto il record di incassi, 110 milioni. Ma con questa Champions, anche non vincendo, riuscirà a superare questa soglia. Ci sarà poi la distribuzione del Market Pool, cioè quanto le emittenti televisive del singolo paese pagano per i diritti della Champions.

Questa formula 4×4 che ha consentito a 4 italiane di qualificarsi direttamente ai gironi, ha visto una divesrsa distribuzione dei premi. Conta quindi sempre meno la parte dei premi di partecipazione, conta di più vincere sul campo. La vittoria ti da 2,7 milioni, il pareggio 900 mila euro. Ti permette poi di fare punti nel ranking storico, una voce che vale 600 milioni. Questa parte del ranking storico diventerà sempre più importante perché stabilirà la griglia per i sorteggi delle prossima Champions e poi la licenza pluriennale per quando ci sarà la Super Champions. Le nobili del calcio europeo avranno il diritto già sancito a partecipare alla Champions per una serie di anni, sul modello dell’Eurolega. Ci saranno 15, 16 squadre con diritto fisso e altre che parteciperanno da una competizione secondaria.

E’ chiaro che se tu hai un ruolo importante a livello internazionale, se sei un brand, devi essere nella Champions e nella Super Champions, una competizione dove ci saranno un lotto di partecipanti nobili, e dovremo capire quante italiane ci saranno. E per questo è importante vincere da subito perché la griglia sarà scelta sulla base di 20 anni, dal 2004 al 2024. Si entrerebbe a far parte di un’elite che porterà ad incassare il triplo di quanto si incassa oggi: si arriverà ad un budget di 9 miliardi rispetto ai 2.7 di ora. Va fatta una riflessione su quale sarà il ruolo di questa competizione rispetto ai campionati. L’unico campionato che può competere con questo format a livello economico è la Premier League. Bisogna capire che mondo vogliamo costruire intorno al calcio.

Il passaggio agli ottavi di quattro italiane sarebbe clamoroso se pensiamo al momento che stava vivendo il calcio italiano. La Juventus è chiaramente la squdara che ha capito prima come trasformarsi ed è ormai una squadra atipica rispetto alle altre italiane. Lentamente, ma con un progetto molto chiaro è arrivata a diventare una delle prime dieci squadre al mondo per fatturato. Siamo oltre i 400 milioni e l’obbiettivo è arrivare a 500 per poter competere con Real Madrid e Barcellona, che hanno da qui al 2020 l’obbiettivo di arrivare al miliardo di fatturato. L’Inter, a differenza delle altre squadre, ha San Siro, che può essere il volano per la Champions. Se le squdare italiane vogliono fare seriamente questa rivoluzione Champions devono muoversi in questo senso per svilupparsi, avere lo stadio che ti permette di fare 70, 80 milioni di incasso all’anno.

Le quattro qualificate, sperando che si qualifichino tutte e quattro, sono un piccolo miracolo ma è questo il treno che non possono perdere. La vera ricchezza del calcio italiano è quella dei tecnici. Se pensiamo al confronto Napoli-PSG, il fatturato è spaventoso, il PSG ha più del doppio del Napoli e questo fatto può portarci a ritenere che gli azzurri non potessero trovarsi in questa situazione in un girone dove ci sono i vice capioni d’Europa. Speriamo che col tempo vengano fuori anche i giocatori italiani per risollevare la Nazionale. I tecnici stanno consentendo alle italiane di competere contro squadre dal fatturato molto superiore, nella speranza che continuando così il gap economico vada a ridursi. Ma dovrà esserci assolutamente un lavoro sulle infrastrutture, sugli stadi.

Per lo stadio della Roma siamo partiti nel 2011, si parlava di un debutto di Totti nel nuovo Colosseo della Roma. Ora Totti ha smesso. E’ un passaggio fondamentale, la Roma ha sfiorato la finale e in quel momento, tornando sul palcoscenico internazionale ha trovato sponsorizzazioni che non aveva da tanto, mettendo a bilancio più di 20 milioni e si è messa nelle condizioni di fare un mercato non legato alle plusvalenze e ai conti. E’ la squadra che ha incassato di più dopo la Juventus. Ha fatto una scelta vincente mantenendo alto il valore della rosa a fronte di costi importanti, perdendo 40, 50 milioni a stagione. E’ difficile spiegarlo ai tifosi che si arrabbiano, ma è una politica che ti consente di appianare i bilanci. Non bisogna prendere in giro i tifosi, se non hai lo stadio di proprietà non puoi dire che andrai assolutamente in Champions, ma devi riuscire a mantenere la rosa a certi livelli in altri modi, con intuizioni e con l’allenatore. Non bisognerà glorificare l’eventuale passaggio agli ottavi delle quattro squadre, non ci si deve fermare qui, ma sfruttare la cosa per andare avanti in un certo modo”.

 

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