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Bruno Giordano: “Lazio-Napoli è la mia vita calcistica”

In un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul portale web del Corriere dello Sport, il doppio ex Bruno Giordano parla della sfida Lazio-Napoli.

Questi alcuni passaggi delle dichiarazioni dell’attaccante di Trastevere.

“Lazio-Napoli è la mia vita calcistica. Passione e fede mi portano dalla parte della Lazio, squadra che tifavo da bambino e nella quale ho avuto la fortuna di crescere calcisticamente e fare l’esordio tra i professionisti. Diciamo che la Lazio è la mia casa, una casa dalla quale sono lontano ormai dal 1985.

Chiaramente quando alla Lazio si accosta il Napoli viene fuori l’aspetto sportivo, quello che mi ha consentito di vincere un campionato che, invece, mi è mancato a Roma. Con lo scudetto a Napoli ho provato una gioia immensa. Sotto l’aspetto professionale, l’azzurro mi ha ripagato di quello che, purtroppo, la Lazio non mi ha potuto dare negli anni.

Paolo Rossi? C’era una bella amicizia con Paolo, ho avuto la fortuna di conoscerlo nel ’75 con l’Under 21. Ricordo il mio esordio con la Nazionale nel ’78 all’Olimpico: vincemmo 1-0 con la Spagna e fece gol lui. È anche venuto al mio matrimonio, facemmo le vacanze insieme per alcuni anni.  Oltre al talento, la forza di Paolo è stato il suo stato d’animo, il suo perenne sorriso: anche nei momenti di difficoltà, io non capivo come facesse. 

Maradona? Lo conobbi nel ’79 quando ci affrontammo con le nazionali, ci scambiammo qualche battuta e da lì istintivamente si è creato il nostro rapporto. Nel 1983, giocavo ancora alla Lazio, mi infortunai e mi mandò un telegramma per darmi il suo in bocca al lupo. Diego mi ha voluto al Napoli. Con lui ho vissuto delle esperienze straordinarie. Mi accolse come un fratello nella sua casa. Era una persona generosa, uno che a Natale riempiva i pulmini di giocattoli e li mandava negli ospedali per donarli ai ragazzi meno fortunati di Napoli.

Il duplete con il Napoli? Mi ricordo che dopo la domenica dello scudetto, rimasi chiuso in casa. Quando il giovedì finalmente uscii, vidi tutta la città colorata d’azzurro, con tutti i murales della squadra e dello scudetto: fu una sensazione bellissima. Poi qualche giorno dopo vincemmo anche la Coppa Italia, di cui fui capocannoniere con 10 reti, coronando un’annata incredibile che a Napoli ancora ricordano con grande orgoglio”.

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