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C’eravamo tanto odiati….

Due famiglie che si odiavano. La storia di una coppia di amanti nata sotto una cattiva stella. Un tragico epilogo che scriverà la parola fine ai conflitti tra le famiglie in questione.

Questi gli ingredienti di uno dei più noti capolavori di William Shakespeare, “Romeo e Giulietta”. I due giovani innamorati hanno la sfortuna di appartenere ai Montecchi e ai Capuleti, due nobili famiglie veronesi del 1500 che si sono contrastate, ostacolate ed odiate per generazioni intere. Dopo una serie di infinite peripezie e fraintendimenti i due amanti, impegnati intensamente a difendere il loro amore, si suicidano in due momenti diversi. dapprima Romeo con un veleno e successivamente Giulietta infliggendosi una pugnalata al petto. Di seguito alla tragedia le due famiglie rivali archiviano astio e competizione e pongono fine al conflitto.

Due squadre che sportivamente si “odiano” esistono già, si chiamano Napoli e Verona anche se a differenza della tragedia shakespeariana non esistono amanti comuni. Un tragico epilogo che porrà fine ai “conflitti” sportivi, impegniamoci tutti affinchè non accada. Il gioco del calcio, nel limite del possibile, deve tornare ad essere un gioco. Belli gli sfottò, belli i cori e gli striscioni goliardici, ma basta quell’odio viscerale che si percepisce nelle esternazioni domenicali di migliaia di esseri umani (anche se spesso di umano non hanno proprio nulla) che hanno luogo negli stadi e che talvolta minacciano addirittura l’incolumità delle persone. La tragedia di Shakespeare è stata tirata in ballo nel mondo del calcio di conseguenza allo striscione apparso qualche anno fa sulle gradinate dello Stadio San Paolo. Ieri, la risposta veronese. Se proprio vogliamo continuare a tirarla in ballo, forse converrebbe cominciare dalla fine, dall’epilogo. Napoli e Verona hanno smesso di essere nemiche. E la storia ricomincia….Sognare, non costa nulla.

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