Editoriale

Il Calcio Italiano tra palle, giro palla e palloni gonfiati

Il calcio italiano cambia gli orari e si prepara ad una rivoluzione, partite di cartello alle 12.30,

Domenica di Pasqua e vacanze di Natale, nel calendario per rendere il suo prodotto appetibile ai mercati asiatici.
Dall’Oriente possono arrivare tanti soldi a rimpinguare le casse della Lega.
Ma potrà bastare questo per salvare il calcio nostrano?

In Cina, attualmente, il mercato è dominato dalla Premier League e per attrarre potenziali milioni di telespettatori è necessario offrire uno spettacolo interessante.

Oggi, il campionato italiano è così poco competitivo che alla fine di dicembre erano già determinate retrocessioni e scudetto.
Se a questo aggiungiamo, il crollo verticale degli spettatori negli stadi, le performance negative nelle competizioni europee e uno spettacolo calcistico poco attraente, si capisce come, il semplice spostamento di orari , non possa essere una soluzione.

I problemi sono tanti e nelle ultime ore la Lega Calcio, attualmente senza Presidente, si è spaccata.
Da una parte, Napoli, Juventus, Roma, Lazio, Inter, Milan e Fiorentina che rappresentano l’80% delle tifoserie nazionali, dall’altra il resto delle squadre.

Oggetto del contendere, ovviamente, i tantissimi soldi che sono sul piatto.
Le società medio-piccole, chiedono una diversa ripartizione dei guadagni, sul modello inglese, per poter essere più competitive, le big non ci stanno.

Come un cane che si morde la coda.
La qualità del campionato non potrà mai migliorare se non ci sarà maggiore  imprevedibilità  e il prodotto non sarà mai appetibile per l’estero.

Poi, i soldi non sono tutto.
Per rendere interessante il calcio italiano bisognerebbe garantirne la trasparenza, l’equità e l’imparzialità, qualità, spesso, trascurate.

Bisognerebbe riportare la gente negli stadi con il bel gioco e i risultati non scritti, convincendo i tifosi che ci sono obiettivi per i quali lottare insieme.

Invece sì fa di tutto per tenere gli appassionati il più lontano possibile, con trasferte vietate e tessere ridicole.

Bisognerebbe tutelare le squadre impegnate nelle competizioni internazionali, invece si stilano calendari folli.

Bisognerebbe rimettere la gente e la sua passione al centro del progetto invece di considerare tutti come mucche da spremere.

Qualcuno,insomma, dovrà farsi venire delle idee un po’ più intelligenti se l’Italia non vuole diventare l’ultima provincia dell’ impero pallonaro.

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