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Cannavaro: “I campioni del 2006 in campo contro il virus, ma in Italia non è chiaro il significato di quarantena”

L'ex Napoli Cannavaro

Fabio Cannavaro, ex difensore del Napoli, capitano della Nazionale campione del mondo nel 2006, ha rilasciato un’intervista a Calcio e Finanza.

 

Il vincitore del Pallone d’Oro nel 2006 ha parlato dela campagna BE CHAMPION against COVID 19 per raccogliere fondi da destinare alla Croce Rossa per sconfiggere l’emergenza Coronavirus. “L’idea è nata nei giorni scorsi quando Sky, per lanciare un messaggio di unità e solidarietà agli italiani, ha deciso di mandare in onda le partite della Nazionale del 2006. Ci siamo sentiti sulla nostra chat di Whatsapp e abbiamo deciso di dare il nostro contributo ad una battaglia, quella contro il Coronavirus, che può e deve essere vinta con il supporto di tutti, oltre che con comportamenti responsabili come lo stare a casa per evitare la diffusione del virus.

Massimo Oddo ed io avevamo iniziato a parlarne fin da subito. Poi Alex Del Piero ha trovato la soluzione sul come farlo, individuando nella piattaforma Gofundme lo strumento più adatto. Lo abbiamo proposto agli altri ragazzi e tutti si sono detti d’accordo nel destinare i fondi raccolti alla Croce Rossa Italiana per potenziare tutte le strutture regionali kit, mezzi e materiale necessario per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

Perché la Croce Rossa? Abbiamo cercato un ente che fosse molto snello ma che fosse anche direttamente attivo sul territorio. Crediamo che questa cosa sia molto importante in quanto consentirà a tutti coloro che decideranno di partecipare alla raccolta fondi di vedere dove andranno a finire i soldi versati. Per noi è fondamentale – e lo dico anche per l’esperienza con la mia fondazione a Napoli – far capire alla gente dove vanno i soldi che vengono raccolti. E’ inutile mettersi a fare progetti faraonici. Noi vogliamo che la gente veda che i soldi che sono stati raccolti siano destinati a persone reali che li utilizzeranno per aiutare gli altri. Noi campioni ci siamo tutti autotassati e nei prossimi giorni ufficializzeremo le cifre che abbiamo raccolto finora.

Finora abbiamo avuto molte adesioni nel mondo del calcio e da tanti amici che ci sono stati vicini in questi anni come mio fratello Paolo, Vincenzo Montella, Giorgio Chiellini, Mimmo Criscito. La lista sarebbe lunghissima e mi scuso se non riesco a ringraziare tutti coloro che finora ci hanno dato fiducia contribuendo alla raccolta fondi. Ma anche in termini di visibilità sono stati in tanti, grazie anche ai social, a far conoscere questa nostra iniziativa anche all’estero. Penso a Kakà in Brasile, a Beckham in Inghilterra e a Verratti in Francia. 

Quando sento parlare di date in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo in Italia e in tutta Europa mi viene la pelle d’oca. In Cina, dove l’epidemia è iniziata a metà dicembre, hanno annunciato solo oggi che le attività sportive potranno riprendere da inizio maggio. Se in Italia e in Europa si parla già di date vuol dire che l’esperienza cinese non è servita a nulla. Per me oggi è del tutto prematuro parlare di date, quello che invece dobbiamo metterci in testa una volta per tutte è che dobbiamo rimanere in casa, per il nostro bene e per quello degli altri.

La conclusione del campionato la si può posticipare anche in estate. Prima però è necessario superare l’emergenza sanitaria e contenere la diffusione del Coronavirus. Io penso che la soluzione rispetto ai calendari sportivi la si troverà solo il giorno in cui saremo certi che questo virus è sotto controllo. Ma l’unico modo per farlo, ribadisco, è di stare in casa e non avere contatti con le altre persone, tanto più che in Italia e in Europa il contagio non ancora avuto il suo picco più alto. Fino ad allora è inutile parlare di date.

Divieto di attività all’aria aperta? Ben venga un provvedimento del genere. Purtroppo, e lo vediamo in molte immagini diffuse dai media, molti italiani non hanno ancora capito che è necessario stare in casa per limitare il più possibile la diffusione del virus. Essere in quarantena significa stare a casa, non andare a correre”.

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