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Ceferin: “Non c’è uno stadio italiano che possa ospitare una finale di Champions, alcuni club italiani hanno problemi gravi ma non vogliamo ucciderli”

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Il Presidente dell’UEFA, Aleksander Ceferin, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni della Gazzetta dello Sport. 

“Rapporti coi presidenti della Superlega? Con Agnelli niente. Ho incontrato Perez e ho rispettato il protocollo. Non posso pretendere che l’Uefa sia mia proprietà. In finale a Parigi eravamo accanto, mi sono congratulato, ma questo è tutto. Cosa dirò la Corte UE? Intanto l’Uefa non è mai un monopolio. Uno è libero di essere o meno nell’Uefa. Può partecipare alle nostre coppe, oppure organizzarsi le sue, ma allora è logico che non giochi le nostre, no? Quale che sia la decisione della Corte, non cambia niente: il progetto è morto perché nessuno vuole partecipare. Vedo solo tre persone arrabbiate con tutti, che portano tutti in tribunale, ma ormai è finita.

Sarà una decisione molto importante dal punto di vista simbolico. Ma l’Ue difende il modello europeo, la ragione del successo del calcio. Abbiamo il sostegno di venti paesi, Italia compresa, e della Commissione. I migliori vengono dagli altri club, perché il sistema lo permette. La Disciplinare Uefa indipendente valuterà tutto.

Tutti vogliono più partite di coppa. Nessuno rinuncia a niente. I club chiedevano dieci partite nel gruppo di Champions, saranno otto, il numero giusto. Sarebbero più utili campionati a 18 squadre, ma i presidenti non sono d’accordo. Dovrebbero capire che due coppe nazionali sono troppe. Facile attaccare sempre Fifa e Uefa, ma il discorso è semplice: se giochi meno, gli stipendi si riducono. Chi dovrebbe lamentarsi sono gli operai in fabbrica a mille euro al mese.

Euro 2032? Non c’è uno stadio che possa ospitare una finale di Champions. Incredibile. La Turchia è un rivale forte. Ho parlato tanto con Gabriele Gravina ma credo che anche governo e municipalità abbiano capito il valore di un Europeo. Sugli stadi servono garanzie forti prima.

Nuovo FPF problema per le italiane? Alcuni hanno problemi gravi. Ma non vogliamo ucciderli. Se presentano piani sostenibili, li aiuteremo in tutti i modi. La cosa importante è che non puoi spendere più del 70% dei ricavi per stipendi, commissioni e mercato. Il vecchio sistema ha annullato le perdite, questo punta a competitive balance e sostenibilità. Sono ottimista”.

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