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Chalobah: “Sarri in Premier farebbe bene. Castel Volturno? strutture da Serie C”

Nathaniel Chalobah, ex Napoli ora al Watford, ha rilasciato un’intervista a “The Totally Italian Football Show”.

“Sarri parla inglese, ha fatto il bancario anche in Inghilterra, però quando eravamo in campo parlava solo italiano e pretendeva lo capissi, quindi fu molto difficile all’inizio. Se Sarri creava empatia con i calciatori? era una bella persona, un buon manager. Tatticamente è stato uno dei più bravi con cui ho lavorato. In Italia vanno 11 calciatori in panchina e lui era bravo a mantenere una relazione con tutti, infatti se avevi un problema andavi nel suo ufficio e lui era sempre lì, disponibile ad ascoltarti e ad aiutarti. Lavora molto tatticamente, sapeva come mettere la squadra in campo, e come bloccare le ripartenze degli avversari.

Non mi ero mai allenato su una rimessa laterale in vita mia, al Napoli avevano 10 differenti segnali sulle rimesse. Una volta mi diede un foglio con una lista, dopo il mio primo allenamento, e mi disse di studiarli. Dissi: ‘cosa?’. Dicevano di studiare i segnali, perché in queste situazioni i centrocampisti venivano coinvolti. Pensai ‘mi sono perso, mai visto niente di simile’, e lui era davvero impaziente, voleva che imparassi tutto rapidamente. Provavo a seguire i movimenti di Hamsik, ma impiegai due mesi a cominciare a capirci qualcosa. C’erano tantissimi segnali, tante rimesse, tanti schemi su corner. Dovevi essere esattamente dove loro ti chiedevano. Sarri è adatto alla Premier? Sì, farebbe benissimo, ne sono certo. Giocare con lui è facile, non lascia alcun dettaglio al caso.

La mia esperienza in Italia? non fu bellissimo il primo impatto, il campo d’allenamento del Napoli e le infrastrutture non erano proprio di alto livello ad essere sincero, ma pensavo che venendo dal Chelsea forse ero un po’ viziato e quindi ero curioso di conoscere gli altri calciatori cosi da confrontarmi. Gli standard erano sotto i livelli della Championship, però dopo aver incontrato i compagni di squadra li trovai veramente umili, rilassati. E mi convinsi che era un tipo di mentalità diverso dal mio e mi abituai”.

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