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Coppa Italia da brutto anatroccolo a cigno, da rospo a principe azzurro

Un trofeo che cambia importanza a seconda delle finaliste. Tanto bistrattata, tanto snobbata, sempre da cambiare nella formula per renderla avvincente. Eppure se la vince il Napoli è una coppetta, se la vince una squadra del nord improvvisamente si trasforma in prestigioso trofeo che va ad arricchire la bacheca.

La vittoria del Milan (5-0) in semifinale contro l’Alessandria (squadra che occupa il quinto posto in classifica del Girone A della Lega Pro), è stata festeggiata con titoloni e aggettivoni perchè ha permesso ai rossoneri di giocarsi una finale (finalmente) dopo tredici anni. Bhè, è già un passo avanti visto che solo lo scorso novembre si esaltava la vittoria dei milanesi nel triangolare del Trofeo San Nicola giocato a Bari.

Ma dovrebbe far riflettere l’importanza mediatica che tira l’acqua al mulino di alcuni club, che potrebbe anche generare una certa sudditanza di tanti protagonisti del calcio italico.

L’impressione che Mediaset spinga per le due milanesi, Sky per la Juventus e la Rai per le romane, forse non è tanto un’impressione. A questo aggiungiamoci che i tre principali quotidiani sportivi nazionali hanno sede a Milano (Gazzetta dello Sport), Torino (Tuttopsort) e Roma (Corriere dello Sport)…e allora diventa normalità che le Coppette Italia vinte dal Napoli si trasformino da brutti anatroccoli in meravigliosi cigni e che il bacio delle principesse Milan, Inter o Juve trasformino quella coppa da rospo in un bellissimo principe azzurro.

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