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Coronavirus: vaccino efficace nelle scimmie, a breve test su seimila persone

Coronavirus Italia svizzera

Il portale web del “The New Yoork Times” riferisce [LEGGI QUI] dell’esperimento di un vaccino degli scienziati del “Jenner Institute” Università di Oxford che è risultato efficace nelle scimmie. 

Grazie a delle esperienze pregresse gli scienziati del “Jenner Institute” Università di Oxford  hanno potuto accorciare i tempi. Hanno potuto sperimentare il vaccino contro il coronavirus risultato efficace nelle scimmie.

Il prossimo step è una sperimentazione che dovrebbe coinvolgere più di 6.000 persone entro la fine del prossimo mese, sperando di dimostrare non solo che è sicuro ma anche che funziona.

Gli scienziati di Oxford sono convinti che i primi milioni di dosi del loro vaccino potrebbero essere disponibili entro settembre, con diversi mesi di anticipo rispetto alle altre sperimentazioni che si stanno provando in tutto il mondo.

Gli scienziati del Rocky Mountain Laboratory del National Institutes of Health nel Montana il mese scorso hanno inoculato sei scimmie macaco rhesus con dosi singole del vaccino di Oxford.

Gli animali sono stati quindi esposti a grandi quantità del virus che sta causando la pandemia. Dopo più di 28 giorni dopo tutti e sei erano sani.

La sperimentazione è stata fatta sui macaco di rhesus perché è la specie animale più vicina agli essere umani.

Gli scienziati hanno però precisato che l’immunità nelle scimmie non garantisce che un vaccino fornisca lo stesso grado di protezione per l’uomo.

In ogni caso, anche in caso di malaugurato fallimento, la sperimentazione del vaccino rappresenterebbe comunque una base di partenza per nuovi studi.

Le regole etiche, come principio generale, vietano di cercare di infettare i partecipanti ai test umani con una malattia grave. Ciò significa che l’unico modo per dimostrare che un vaccino funziona è quello di inoculare le persone. Inoculazione che andrebbe fatta in un luogo in cui il virus si sta diffondendo naturalmente attorno a loro.

Gli sforzi del coronavirus del Jenner Institute sono nati dalla ricerca finora fallita del professor Hill. Sperimentazione che ha riguardato un vaccino contro la malaria.

Nel 2014 un vaccino basato sul virus dello scimpanzé che il professor Hill aveva testato è stato prodotto su una scala sufficientemente ampia da fornire un milione di dosi. Ciò ha creato un modello per la produzione di massa del vaccino contro il coronavirus, qualora risultasse efficace.

La collega prof.ssa Sarah Gilbert, 58 anni, ha modificato lo stesso virus di scimpanzé per creare un vaccino contro un coronavirus precedente, il MERS. Dopo che uno studio clinico in Gran Bretagna ha dimostrato la sua sicurezza, un altro test è iniziato a dicembre in Arabia Saudita. Lì sono ancora comuni epidemie della malattia mortale.

Altri scienziati coinvolti nel progetto stanno lavorando con una mezza dozzina di aziende produttrici di farmaci in Europa e in Asia. Per prepararsi a sfornare miliardi di dosi il più rapidamente possibile se il vaccino viene approvato.

Lo sforzo del vaccino dell’Istituto Jenner non è l’unico che mostra promesse.

Una società cinese, CanSino, ha anche avviato studi clinici in Cina. Usando una tecnologia simile a quella dell’istituto di Oxford. Usando un ceppo dello stesso virus respiratorio che si trova nell’uomo, non scimpanzé.

Grazie ai dati delle loro sperimentazioni sull’uomo su vaccini simili per Ebola, MERS e malaria per gli scienziati è stato possibile convincere i regolatori britannici a consentire le sperimentazioni.

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