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De Laurentiis valuta De Laurentiis: 8 anni su 12 vissuti in Europa

“Guardo avanti, costruendo sempre nuove aspettative. Ho la necessità di creare emozioni, per quelle vivo. Non ho una mentalità borghese”. Il Napoli che per il settimo anno consecutivo si appresta a giocare in Europa, ha sicuramente un nome e cognome: Aurelio De Laurentiis. Il presidente azzurro sta per festeggiare il suo dodicesimo anno alla guida della squadra partenopea e lo fa preparando la prossima stagione.

Come ogni personaggio ad alti livelli anche De Laurentiis divide gli animi, i suoi numeri da presidente del Napoli dicono questo: 3 trofei vinti, 3 direttori sportivi e 6 allenatori. Su Sarri: “Non è un uomo facile ma non lo sono neanche io, e questo ci permette di condividere alcune cose. Mi piacerebbe aver più tempo a disposizione, per incastrarlo negli spazi vuoti e parlare con lui di calcio, studiare”.

Inevitabile però guardarsi indietro e capire se ci sono stati degli errori, di gestione ma anche sul mercato: “Penso a Vidal, al quale rinunciai per mia scelta. Dovevamo decidere chi prendere tra lui e Inler, acquisto che non rinnego assolutamente, però le mie conoscenze erano ancora superficiali. Li avrei presi entrambi”.

Un amore calcistico mai nascosto per i latini: “dico sempre ai miei collaboratori di cercare nel mercato sudamericano, i nordici sono diversi”. E su Higuaín: “Napoli è l’unico teatro che può permettere a un campione come lui di essere un eroe eterno”.

Sempre avanti con le idee, per alcuni anche troppo. Talvolta visionario: “Penso a un torneo europeo parallelo con le migliori sei inglesi, italiane, spagnole, tedesche, francesi, per un business da 10 miliardi. Basta col teatrino Uefa, che mette da parte ogni anno un miliardo e 200 milioni di euro in contanti e non ne usa nemmeno per dare ossigeno al movimento”.

Un futuro che si chiama Napoli Calcio, che ad oggi però non ha una vera sede per le giovanili con una “cantera” che è ancora soltanto un sogno: “Non riesco ancora ad avere uno stadio all’altezza, figurarsi se si può trovare un’area per creare la scugnizzeria”.

Lo Stadio. Improvvisamente chiuso nel 2007 per effetto della Legge-Pisanu, De Laurentiis sborsò di tasca propria i soldi che servivano per i lavori atti a riottenere l’agibilità dell’impianto. Da allora tanti tira e molla con il Comune, contenziosi ed un rinnovamento tutt’ora fermo con le quattro frecce: “Ci hanno chiesto recentemente di versare un vecchio debito di 600mila euro. Ricordo che il debito dell’amministrazione comunale verso il Napoli è di 5 milioni, ancora aspettiamo i soldi dei tornelli installati nove anni fa“.

Il suo impegno con il Napoli confermato per il futuro, De Laurentiis lega a doppio filo il suo cognome alla squadra azzurra: “Ci sarà un giorno in cui potrei spostarmi e lasciare che le responsabilità maggiori ricadano sui miei figli. Ma la famiglia De Laurentiis non lascerà il Napoli”.

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