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Dopo la Coppa Italia il cambio di modulo: dove può arrivare il Napoli di Gattuso?

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Quanto di buono c’è veramente in questo Napoli? Sicuramente la squadra allenata attualmente da Gennaro Gattuso ha qualcosa di diverso rispetto a quanto visto in passato.

In pochi mesi, infatti, il gruppo azzurro è stato capace di portare a casa un trofeo. La bacheca partenopea non veniva aggiornata da oltre 5 anni e il nuovo tecnico è riuscito a lasciare il segno praticamente subito. L’ammutinamento che ha portato poi all’esonero di Ancelotti risiede solo a un anno fa, ma sembra molto più lontano. Oggi il Napoli guarda al futuro e si è completamente dimenticato del passato recente.

Gli azzurri avevano sfiorato lo scudetto con la guida di Maurizio Sarri, fautore del bel gioco apprezzato in tutta Europa. Di quella squadra, forse, non è rimasto più nulla. Il mister toscano è approdato prima al Chelsea e poi alla Juventus, conquistando quei titoli che gli sono sempre mancati in carriera; ma senza ripetere il “sarrismo” regalato all’ombra del Vesuvio. Lo stesso Sarri sta navigando adesso nell’anonimato, mentre il Napoli è pronto a risorgere. Per l’occasione, il team azzurro ha anche cambiato veste. “Ringhio” ha sposato la causa del 4-2-3-1, cambiando persino di ruolo a Dries Mertens. Non uno qualsiasi, ma un altro straniero adottato dai napoletani, capace di superare i goal di Diego Armando Maradona. Troppo poco per raggiungerlo, però: tra i 10 momenti indimenticabili di Maradona c’è tanto Napoli e ancora nessuno è riuscito a portare lo scudetto a Fuorigrotta dopo il “Pibe de oro”. Riuscirci sarebbe una vera impresa, così come lo fu 30 anni fa.

Sono comunque diversi gli elementi di spicco della rosa azzurra. Non tutti possono contare infatti su ben due portieri di alto livello, come l’esperto Ospina e il talentuoso Meret. Quest’ultimo, però, gode evidentemente di minor considerazione da parte di Gattuso rispetto al colombiano, sempre preferito nei big match. In difesa il Napoli è riuscito ad aggiudicarsi la permanenza di Kalidou Koulibaly, che ha conosciuto una stagione travagliata l’anno scorso. Sulle fasce, invece, si può notare di più qualche lacuna: Ghoulam fatica ad essere il terzino brillante di un tempo e Hysaj e Mario Rui sono costretti spesso a fare gli straordinari, mentre Di Lorenzo vive di alti e bassi

A centrocampo il faro dovrebbe essere rappresentato da Fabian Ruiz: tanto elogiato con la nazionale spagnola, spesso contestato nel club. Stiamo parlando di un centrocampista che non possiede un fisico imponente e che spesso e volentieri risulta macchinoso in fase di costruzione, nonostante il piede non sia niente male. Con il cambio di modulo l’innesto di Bakayoko si è reso necessario, ma per il resto non si può dire che il centrocampo del Napoli sia popolato da veri e propri campioni.

In avanti, invece, la filosofia offensiva si è radicalmente trasformata. Milik è finito fuori rosa e oggi il centravanti titolare è Victor Osimhen, l’acquisto più costoso della storia del Napoli, una punta capace di costruire gioco e dialogare con i compagni anche nell’area avversaria. Con così tanti cambiamenti, è comunque lodevole vedere che il Napoli è riuscito subito a rimettersi in carreggiata per concorrere per un posto in Champions, clamorosamente mancato l’anno scorso. Tra qualche mese questa squadra potrebbe concedere più di una sorpresa al calcio europeo.

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