Editoriale

Fiumi di parole e silenzi oceanici: l’onda lunga di Napoli-Atalanta

Marcello Nicchi Aia

Fiumi di parole ah ah ah ah ah ah ah Mi aspetto mille scuse come sempre da te[…] Provo l’unico rimedio che adotto da un po’ la mia testa chiude l’audio la storia la so[…].

 

Così cantavano i Jalisse nel lontano 1997. Non parlavano degli arbitri né del post vergogna di Napoli -Atalanta ma ci sta a pennello.

Di questo fiume di parole salviamo solo qualcosa: Innanzi tutto le non risposte di Gasperini su quanto avessero inciso sul risultato i fatti accaduti. Poi il disgusto di Ancelotti per la squallida vicenda. E, infine, ma, anche, soprattutto le parole di De Laurentiis che ricorda a tutti i numeri che muove il calcio in termini di tifosi, milioni, tanti da poter fondare un partito.

Oggi il calcio è l’unico fenomeno sociale rimasto vivo e capace di unire le persone dietro un ideale e tutta questa gente ha un potere enorme da far valere. Quindi l’invito a tutti i tifosi napoletani, ovunque siano, a manifestare costantemente il proprio disprezzo per questo sistema inadeguato e offensivo ed a sostenere la squadra senza mollare di un centimetro.

Dalle parole ai silenzi inaccettabili. Le bocche cucite di Nicchi & company sono un’offesa al mondo del calcio. Dov’è Nicchi? In vacanza? Ha la raucedine? Ha fatto il voto del silenzio? Infine un fiammifero per ravvivare la fiammella della speranza che deve essere sempre tenuta accesa.

Episodi shockanti determinano reazioni straordinarie. Quello che è successo può ricompattare l’ambiente, scacciare le ombre e dare a tutti cattiveria agonistica e lucido furore. Cancellare avversari e avversità. Tutti nemici da annientare con un unico obiettivo: vincere01

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