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FOCUS – Marko Rog, l’anno della svolta

Rog Siviglia

Oggi l’attenzione, in casa Napoli, è rivolta al centrocampista croato Marko Rog, che compie 23 anni.

 

 

 

Un ragazzo dalle grandi doti che, al momento, abbiamo avuto modo di ammirare soltanto a sprazzi, visto lo scarso minutaggio concessogli, nelle due precedenti stagioni, da Maurizio Sarri. Ma un calciatore che, a soli 19 anni, fa il suo esordio in una Nazionale piena di talento, con elementi come Modric e Rakitic, ha sicuramente qualcosa di speciale.

Rog si è formato nelle giovanili del Varazdin e, una volta approdato in prima squadra, si laurea capocannoniere della squadra, realizzando addirittura 17 gol, che gli permettono di essere notato prima dal RNK Spalato e, successivamente, dalla Dinamo Zagabria, una vera e propria fucina di talenti. Con il club della capitale disputa una stagione d’esordio eccellente, che convincono l’allora c.t. della Croazia, Ante Čačić, a convocarlo per i campionati europei.

Marko gioca un unica partita, nella fase a gironi contro la Spagna, nell’insolita posizione di mediano e annulla un fuoriclasse assoluto come Andres Iniesta. Serve, inoltre, un assist a Ivan Perisic per il gol del momentaneo 1-1 (la Croazia vincerà 2-1). Un assaggio della duttilità e della polivalenza del giovane centrocampista, che può essere schierato in mediana, da mezzala, da trequartista e, addirittura, da esterno.

In quella stessa estate, il Napoli versa 13,5 milioni nelle casse della Dinamo Zagabria per acquistarlo ma l’inizio è più difficile del previsto e Rog esordisce solo a dicembre, quando sostituisce Hamsik nel 3-0 rifilato all’Inter. Da lì in poi due sole presenze da titolare, entrambe in Coppa Italia (contro Spezia e Juve), nelle quali dimostra di essere un calciatore importante. Disputa un’ottima partita anche all’Olimpico contro la Roma. Nella stagione successiva, realizza il primo gol in Serie A, alla seconda giornata contro l’Atalanta ma, per il resto dell’anno gioca solo spezzoni (ad eccezione di due presenze da titolare in Coppa Italia ed una in Europa League), che non gli consentono di partecipare alla spedizione in Russia della sua Nazionale, che arriva fino alla finale, poi persa contro la Francia.

Inoltre, si mette in mostra principalmente per l’eccessiva foga nei contrasti e la voglia di strafare: comprensibile, considerando i pochi minuti a disposizione per impressionare l’allenatore. Ora toccherà a Carlo Ancelotti, che di grandi centrocampisti ne ha allenati tantissimi, cercare di aiutarlo nel suo processo di maturazione, che dovrà portarlo a riconquistare la Nazionale e affermarsi nel gotha dei migliori centrocampisti mondiali. Nel frattempo, tanti auguri Marko!

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