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Ghoulam: “Ancelotti è tanta roba, Kou è il migliore al mondo ha un gran cuore”

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Il difensore del Napoli, Faouzi Ghoulam, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del sito ufficiale del Napoli. 

“E’ stato tampo tempo, per me sembrava che fossero passati pochi giorni, poche settimane. E’ sempre una cosa speciale giocare a casa, mi è piaciuto tanto.

Ancelotti? Allenatore molto conosciuto, sappiamo quello che ha vinto, è un allenatore vincente, la verità è quella. E’ vero che non ho conosciuto tanti allenatori, per fortuna, ma secondo me è veramente tanta roba. E’ uno molto vicino ai suoi giocatori, ha umiltà, rispetto a quello che ha fatto nella sua carriera è molto umile, è un lavoratore.

Siamo un po’ tutti simpatici, Kalidou un cuore grande, uno dei giocatori più forti al mondo. Al di là del fatto che è mio fratello è quello che penso veramente.

Momento più bello? La qualificazione con l’Algeria nel 2013, anche nel 2014, è stato un momento tra i più importanti nella mia carriera, ma ho 27 anni e spero possano essercene anche altri.

Come passione ho anche altri sport, facendo parte di una famiglia che ha passioni sportive mi piace un po’ tutto, sono appassionato anche dell’Nba. Guardo un po’ tutto, il tennis, un po’ di tutto, anche l’atletica mi piace tantissimo.

Io sto bene così, Dio mio ha fatto cosi e sono molto contento della mia vita e di quello che ho. Un superpotere per me sarebbe aiutare di più la gente, io sono francese ma sono anche franco-algerino, siamo come la gente del sud Italia, vicini alla famiglia, è una cosa fondamentale. Alla fine è la cosa più importante che abbiamo.

Piatto preferito? Quando vai a mangiare da mamma è diverso, il cous cous di mia mamma, è da piccolo che lo mangio.

Il viaggio più bello è stato alla Mecca, perchè sono musulmano, un viaggio religioso, mentre come viaggio turistico Tokyo, vorrei tornarci con mio fratello perchè siamo appassionato di Manga.

Se non fossi diventato un calciatore? Sicuramente sarei rimasto a scuola e poi a lavorare. Ho lasciato la scuola a 18 anni, dopo il diploma, non ho mai scelto di fare un lavoro normale al di là del calcio”.

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