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Governo, pronto il DPCM sul Green Pass: ecco come funziona

mario draghi

Nelle prossime ore il presidente del Consiglio Mario Draghi firmerà il DPCM sul Green Pass, previsto dal decreto sulle riaperture.

 

Il provvedimento è stato elaborato da tre ministeri, Salute, Innovazione ed Economia, e attesta lo stato di avvenuta vaccinazione contro il Covid-19, lo stato di avvenuta guarigione dall’infezione o il fatto di aver effettuato un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus. Serve per viaggiare nell’Unione Europea (alcuni paesi chiedono la seconda dose del vaccino), per raggiungere zone arancioni o rosse e per partecipare a cerimonie o alle Rsa. A rilasciarlo è la piattaforma nazionale Digital Green Certificate (acronimo DGC), che ha anche il compito di validare il certificato verde.

Possono richiedere il green pass le persone che hanno ricevuto una dose di vaccino e quelli che sono guariti dal Covid. Stando alle indicazioni fornire da Lab24, le prime sono oltre 27 milioni (il 45,5% della popolazione), le seconde sono circa due milioni. Per la prima categoria ha una validità di nove mesi (a partire da 15 giorni dopo la prima dose); per la seconda sei mesi dalla guarigione. Il green pass si può ottenere dopo un tampone negativo (72 ore di finestra) e un test antigenico (48 ore).

Il certificato verde, nelle tre forme (avvenuta vaccinazione, avvenuta guarigione o test negativo) riporta cognome e nome della persona a cui fa riferimento, data di nascita, malattia o «agente bersaglio» (Covid-19), struttura che ha rilasciato la certificazione (ministero della Salute), identificativo univoco della certificaziione verde (si tratta del codice alfanumerico univoco attribuito automaticamente dalla piattaforma). Dopodiché i dati si differenziano a secondo delle singole forme. Il Green pass di avvenuta vaccinazione, ad esempio, riporta il tipo di vaccino somministrato, la denominazione del vaccino, il produttore o titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, il numero della dose effettuata e il numero totale di dosi previste per l’intestatario della certificazione verde, la data dell’ultima somministrazione effettuata e lo stato membro Ue in cui è stata effettuata la vaccinazione. Il green pass di avvenuta guarigione riporta invece la data del primo test molecolare positivo, lo stato membro Ue che lo ha effettuato, la data di inizio e quella di fine della validità della certificazione verde. Infine, la terza forma riporta la tipologia di test, il nome (facoltativo per il test molecolare), il produttore (anche in questo caso facoltativo per il test molecolare), data e ora del prelievo del campione per il test, data e ora del risultato del test (informazione facoltativa per test antigenico rapido), il risultato del test, il centro o struttura in cui è stato eseguito, e lo Stato membro Ue in cui è stato eseguito.

La bozza del Dpcm spiega che qualora una struttura pubblica del Servizio sanitario regionale, un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) o Sasn (Servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’Aviazione civile) dovesse comunicare alla piattaforma nazionale la positività al Covid-19 di una persona vaccinata o guarita dal virus, la piattaforma genererebbe una revoca del Green pass eventualmente già rilasciato alla persona e ancora in corso di validità, «inserendo gli identificativi univoci nella lista delle certificazioni revocate e comunicandoli al gateway europeo». Sempre in tale ipotesi la piattaforma invierebbe all’interessato una notifica della revoca.

Il Green pass può essere consultato dalla persona interessata dal sito dedicato, sia accedendo con identità digitale sia con «autenticazione a più fattori»; tramite fascicolo sanitario elettronico, App Immuni, App IO, Sistema Ts (per il tramite dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, dei farmacisti e degli altri medici delle aziende sanitarie, Usmaf, Sasn autorizzati alla funzione del Sistema tessera sanitaria).

Nella bozza del Dpcm si legge che «viene messo a disposizione un apposito sito web. comprensivo di sezione dedicata alle faq, per fornire informazioni su emissione, acquisizione, utilizzo, validità e verifica delle certificazioni verdi Covid, agli interessati e agli operatori coinvolti». Non solo: vengono messi a disposizione il numero di pubblica utilità del ministero della Salute (1500), il call center di Immuni (800.91.24.921) e l’assistenza di PagoPa per le segnalazioni che arrivano dall’app IO.

Secondo la bozza del Dpcm possono verificare il green pass, attraverso la lettura del codice a barre (Qr Code) : i pubblici ufficiali nell’esercizio delle proprie funzioni, il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso del certificato verde nonché i loro delegati, il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso del green pass nonché i loro delegati e i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l’accesso alle quali, in qualità di visitatori, sia prescritto il possesso della certificazione verde (nonché i loro delegati). Nel momento della verifica il titolare del Green pass deve esibire il documento di identità, qualora venga richiesto da chi effettua la verifica.

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